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Imprese, la Comall trasferisce 60 operai a Cattolica

17 ottobre 2024 | 16:15
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Imprese, la Comall trasferisce 60 operai a Cattolica

La Fiom Cgil: “Sono licenziamenti mascherati. Non ci sono state date spiegazioni”. Varato un pacchetto di 40 ore di sciopero

REGGIO EMILIA – Gli operai della Comall di Reggio Emilia, che produce profilati in alluminio, hanno scioperato oggi per la prima volta nella storia dell’azienda, mettendosi in presidio davanti ai cancelli della fabbrica di Sesso. A far scattare la protesta è stato l’annuncio della direzione  -un fulmine a ciel sereno – di delocalizzare a Cattolica gran parte delle attività produttive già dai prossimi mesi, lasciando a Reggio lavoro per circa 13 persone. Degli altri circa 60 dipendenti, invece, i primi 20 dovrebbero essere trasferiti entro la fine dell’anno.

“In realtà è un licenziamento mascherato”, commenta Alessandro Malagoli della Fiom-Cgil di Reggio Emilia, secondo cui “la proprietà così facendo ‘ucciderebbe’ l’azienda perché dice di volerla salvare lasciando lavoro per 10 persone su 70, e utilizza il trasferimento sapendo che nessuno è nelle condizioni di spostarsi in Romagna”.

Insomma “abbiano almeno la dignità di chiamare l’operazione con il vero nome: stanno chiudendo un’azienda e licenziando decine di lavoratori”, dicono ancora dalla Fiom, che ieri ha incontrato la controparte nella sede di Unindustria. “E’ stato surreale perché non ci sono state spiegazioni sulle radici della crisi, non è stato comunicato nemmeno un dato oggettivo sulla condizione dell’azienda, ma soprattutto non è stato spiegato il piano industriale che dovrebbe salvarla. Non ci è stato spiegato per quale motivo, mantenendo gli stessi lavoratori a fare le stesse cose ma in un luogo diverso, l’azienda dovrebbe riprendersi dall’attuale situazione. Mai vista una cosa del genere”, continuano le “tute blu” della Cgil.

La categoria sindacale ha intanto proclamato – dopo il via libera dei lavoratori in assemblea – un pacchetto di 40 ore di sciopero per indurre l’azienda a condividere un piano di gestione della crisi differente da quello attuale. “Sappiamo che la proprietà non considera i lavoratori di Reggio come persone di serie B, e auspichiamo che nel prossimo incontro del 29 ottobre si potranno trovare le soluzioni per evitare i trasferimenti e gestire la crisi in loco”, auspica il segretario provinciale della Fiom Simone Vecchi.

“L’attuale management – continua Vecchi – ha ereditato una situazione difficile e ha preso una decisione affrettata, probabilmente non tenendo conto della reazione dei lavoratori. Ma i problemi dell’azienda si possono affrontare ritirando i trasferimenti e confrontandosi a Reggio, trovando soluzioni alternative. Altrimenti il conflitto non potrà che aumentare: i lavoratori non staranno fermi”.