Inchiesta hacker, Giulio Cornelli in silenzio di fronte al giudice

Dopo l’interrogatorio di garanzia che si è tenuto stamattina in tribunale a Milano, il 38enne ha fatto ritorno a Reggio
REGGIO EMILIA – Ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere Giulio Cornelli, l’informatico di Reggio Emiliaarrestato sabato scorso nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale Antimafia di Milano su una presunta organizzazione specializzata nello spionaggio illecito e nel furto di dati riservati di politici e imprenditori.
Dopo l’interrogatorio di garanzia che si è tenuto stamattina in tribunale a Milano, il 38enne ha fatto ritorno a Reggio, nella sua casa dove dal 26 ottobre è stato posto agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Cornelli, secondo gli inquirenti, era il tecnico del sodalizio e gestiva l’apparato informatico e telematico della società Equalize Srl, azienda di investigazioni con sede a Milano ritenuta il centro del sistema di spionaggio non autorizzato.
Ma avrebbe anche curato i rapporti con il finanziere in servizio alla Dia di Lecce Giuliano Schiano, con cui avrebbe stretto un presunto accordo corruttivo. La procura antimafia milanese, intanto, ha fatto ricorso al tribunale del Riesame chiedendo il carcere per i quattro indagati – tra cui Cornelli stesso – per ora confinati nelle loro abitazioni.