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Inchiesta hacker, la Dda chiede il carcere per Cornelli

29 ottobre 2024 | 12:06
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Inchiesta hacker, la Dda chiede il carcere per Cornelli

Sotto l’esame del tribunale del Riesame la posizione del 38enne reggiano. E spunta un’intercettazione su Mentana

REGGIO EMILIA – La Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Milano ha richiesto al Tribunale del Riesame di disporre la custodia cautelare in carcere per Giulio Cornelli, l’imprenditore 38enne di Reggio Emilia e altre dodici persone. Cornelli, attualmente ai domiciliari con braccialetto elettronico, è accusato di associazione a delinquere, accesso abusivo aggravato a sistemi informatici e intercettazioni illegali. La notizia è riportata da fonti Ansa.

Nell’indagine emerge un presunto accordo corruttivo tra Cornelli e Giuliano Schiano, un finanziere in servizio alla Direzione investigativa antimafia (Dia) di Lecce. Il gruppo, guidato dalla società Equalize di Milano e con la partecipazione di Cornelli a partire dal gennaio 2023, avrebbe versato a Schiano 1.300 euro mensili in cambio di informazioni riservate prelevate dalla banca dati Sdi delle forze dell’ordine, utili per i dossier richiesti dai clienti.

In un’intercettazione tra Cornelli e Samuele Calamucci, consulente informatico arrestato anch’egli nell’ambito dell’indagine, si discute del sistema di alert che si attiva consultando il database SDI in caso di personaggi pubblici. Tra questi viene citato anche Enrico Mentana, direttore del TG di La7, come esempio di una figura nazionale che farebbe scattare segnalazioni automatiche.

Secondo il giudice per le indagini preliminari (GIP), l’attività di raccolta e utilizzo illecito di dati condotta dal gruppo di Equalize ha significative somiglianze con il “sistema Montante”. Calogero Montante, ex leader di Confindustria Sicilia condannato per corruzione e accesso abusivo a sistemi informatici, aveva creato una rete di spionaggio aziendale simile a quella attribuita a Equalize. In intercettazioni risalenti al 12 ottobre 2022, il CEO di Equalize, Carmine Gallo, e Calamucci discutevano su come l’eventuale coinvolgimento del vicepresidente Enrico Pazzali fosse da evitare, ritenendolo un possibile rischio per l’operazione.

In un’ulteriore conversazione, Calamucci, usando un’espressione colloquiale, avrebbe indicato a Cornelli come l’attività di dossieraggio fornisse al gruppo un potere di controllo considerevole, tale da poter “tenere in mano il Paese.” Inoltre, avrebbe affermato di aver posto le basi per portare Equalize e Beyond, una piattaforma di aggregazione dati, a generare fatturati significativi, seppure con i rischi connessi alla gestione di informazioni altamente riservate.