Secondo i magistrati Giulio Cornelli, 38 anni, ai domiciliari per associazione a delinquere, sarebbe uno dei capi dell’organizzazione
REGGIO EMILIA – Un reggiano è stato arrestato, ed è ora ai domiciliari con il braccialetto elettronico, con l’accusa di essere uno dei promotori e organizzatori dell’associazione criminale che fa capo a Equalize, l’agenzia di investigazione che, da Milano, avrebbe rubato i segreti della finanza e della politica per ricattarla.
E’ Giulio Cornelli, 38 anni, originario di Correggio, ma residente a Reggio Emilia in via Gandhi. E’ stata perquisita anche la sua società, di cui è amministratore e socio unico, la Develope and Go Srls, in breve Dag di via Gandhi 20. Sarebbe al centro di una vasta rete di spionaggio e sorveglianza illegale, comprendente hacker, consulenti informatici, agenti privati e membri delle forze dell’ordine, che è stata smantellata dai carabinieri di Varese in un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano. Quattro gli arresti e 60 gli indagati in tutta Italia.
Cornelli, secondo le accuse, “gestiva l’apparato informatico-telematico del gruppo, redigeva i report, si occupava dell’esfiltrazione dei dati dallo Sdi (ricerche globali con la generazione del relativo fascicolo, estratti di ricerche e altri tipi di accertamenti) e del loro inserimento, normalmente “mimetizzato”, all’interno dei report stessi, anche veicolandole ai clienti attraverso la piattaforma Beyond, di cui pure lui è artefice e programmatore. Inoltre manteneva i rapporti con Giuliano Schiano, della Dia di Lecce, “fornitore” di Sdi in favore dell’organizzazione”. Si occupava, secondo i magistrati, “di tutte le attività illegali del sodalizio, comprese le intercettazioni abusive e l’acquisizione illecita delle SOS-UIF e dei dati fiscali (modelli 730, CU, redditi, F24, ecc.), anagrafici (dal portale ANPR), finanziari in particolare le SOS (portale SIVA) e INPS”.
Oltre a lui sono indagati anche altri tre reggiani: un 45enne di Reggio Emilia, una 51enne di Reggio Emilia e una 29enne originaria di Correggio, ma residente a Reggio Emilia.
Insieme a Cornelli sono finiti ai domiciliari il super poliziotto in pensione Carmine Gallo, il suo amico hacker Nunzio Calamucci, un passato nel collettivo Anonymous, riuscito a bucare la banca dati dello Sdi, il cervellone in cui confluiscono tutte le informazioni rilevate dalle forze dell’ordine sul territorio e Massimiliano Camponovo che sarebbe un uomo di fiducia e braccio destro di Calamucci, “tanto da rivestire la qualifica di socio di maggioranza e amministratore unico della società cointestata con lo stesso, la Mercury advisor”.
La presunta associazione per delinquere avrebbe prelevato dalle banche dati strategiche nazionali informazioni su conti correnti, precedenti penali, dati fiscali, sanitari e altro, “evadendo su commissione e dietro compenso, la richiesta dei clienti, tra cui soprattutto grandi imprese, studi professionali e legali, interessati a condizionare le attività di loro concorrenti con questo dossieraggio”.
Giulio Cornelli, Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci sono accusati di associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistemi informatici, intercettazioni illegali.
Secondo i magistrati la “Equalize s.r.l., Mercury s.r.l.s. e Dag s.r.l.s mascherebbero, dietro una formale separazione in tre diversi enti, “quella che sarebbe, in realtà, una struttura societaria unica, che avrebbe il suo centro operativo nella Equalize, sia come società di riferimento dal punto di vista commerciale sia come sede operativa”.
Secondo gli inquirenti tutta illecita svolta dalla Equalize “sarebbe stata organizzata, svolta e coordinata da loro tre. Questo risulterebbe da molte vicende esplorate dalle intercettazioni”.
Secondo i magistrati sarebbero “stati loro, inoltre, a gestire le modalità di accesso ai dati protetti: Calamucci per quanto riguarda gli accessi diretti, mediante le sue abilità informatiche e le entrature che avrebbe negli ambienti delle società informatiche che gestiscono i software istituzionali. Entrature che potrebbero avere origine nella rete internazionale degli Hackers di Anonymous. Gallo e Cornelli, oltre che lo stesso Calamucci, per quanto riguarda gli accessi mediati dai pubblici ufficiali collusi, si sarebbero divisi il compito di coltivare e gestire i canali corruttivi dei pubblici ufficiali”.