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Leguigno, cacciatore indagato per omicidio colposo

17 ottobre 2024 | 12:53
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Leguigno, cacciatore indagato per omicidio colposo

E’ un 77enne che ieri avrebbe sparato il colpo di fucile che poi ha ucciso Marco Gentili mentre raccoglieva castagne

REGGIO EMILIA – Un cacciatore di 77 anni è indagato per omicidio colposo dopo aver sparato il colpo di fucile che ha ucciso Marco Gentili, 68 anni, mentre quest’ultimo raccoglieva castagne in un bosco a Leguigno. L’incidente è avvenuto durante una battuta di caccia al cinghiale. Secondo le indagini preliminari, il cacciatore, che abita nelle vicinanze, avrebbe probabilmente scambiato Gentili e un suo amico per animali, sparando almeno tre colpi. Uno di questi ha colpito Gentili nella parte bassa della schiena, uccidendolo sul colpo.

Il cacciatore è stato subito interrogato dagli inquirenti ed è ora assistito dall’avvocato Claudio Silvestri. I carabinieri hanno sequestrato i fucili di tutti i cacciatori presenti per eseguire gli esami balistici, mentre sul corpo della vittima verrà effettuata un’autopsia per chiarire ulteriormente la dinamica dell’accaduto. L’area era caratterizzata da scarsa visibilità a causa della fitta nebbia, il che potrebbe aver contribuito al tragico errore.

Marco Gentili, molto conosciuto nella comunità per il suo lavoro come infermiere presso il servizio dipendenze patologiche dell’Ausl, aveva deciso di tornare a vivere a Leguigno dopo la pensione. La sua morte ha lasciato sgomenti amici e familiari, tra cui la moglie, due figli e un fratello.

Il ricordo dei colleghi dell’Ausl
Commemorare un collega come Marco, responsabile delle Professioni Sanitarie del SerDP dell’AUSL di Reggio Emilia, è un compito doloroso, reso ancora più lacerante dall’evento tragico della sua scomparsa e dalla consapevolezza dei suoi progetti di vita. Marco ha rappresentato molto più di un semplice professionista: era una persona che ha sempre messo la salute delle persone più svantaggiate al primo posto, lavorando instancabilmente per migliorare la qualità della vita di chi vive ai margini della società.

La sua capacità di collaborare con il sistema di cure e con le reti socio-sanitarie per identificare e rispondere ai bisogni di chi era più fragile era evidente in ogni sua azione. Uno dei suoi contributi più importanti è stato legato al servizio “Bassa Soglia”, una realtà creata per offrire un sostegno concreto a chi, altrimenti, sarebbe stato lasciato indietro. Marco ha sempre dimostrato un impegno profondo per la mediazione linguistico-culturale, riconoscendo l’importanza dell’inclusione e dell’integrazione nelle cure. Inoltre, ha promosso con passione diverse iniziative legate alla promozione della salute, cercando di costruire ponti tra la comunità e i servizi sanitari.

Tra i ricordi più preziosi che i suoi colleghi custodiranno per sempre, spicca la sua dirompente allegria, capace di contagiare ogni membro del team. La sua presenza rendeva il lavoro di gruppo non solo più efficace, ma anche più umano. La sua disponibilità non conosceva limiti: Marco era sempre presente, soprattutto quando gli utenti del servizio dipendenze erano ricoverati, prendendosi cura delle persone più emarginate e fragili, accompagnandole durante le fasi delicate delle dimissioni.

La scomparsa di Marco lascia un vuoto immenso, ma il suo esempio di dedizione, umanità e allegria continuerà a vivere nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e lavorare con lui. La Direzione e tutti gli operatori si stringono alla famiglia in questo momento di grande dolore.