
Il sindaco Massari propone un tavolo di lavoro specifico sul caporalato
REGGIO EMILIA – Dopo le polemiche, le defezioni e le accuse di immobilismo registrate nella scorsa consigliatura, la Consulta provinciale della legalità di Reggio Emilia riaccende oggi i motori. In municipio, presieduta dal sindaco Marco Massari, si è svolta nel pomeriggio una seduta dell’organo, nato a giugno del 2018 per non disperdere il patrimonio di conoscenze in tema di antimafia, accumulato sulla scia del processo Aemilia.
La prima riunione della Consulta del nuovo mandato amministrativo, è stata infatti indetta negli stessi giorni in cui, sei anni fa, si concludeva il maxi-processo alla ‘ndrangheta che ha investito il territorio, con le sentenze del rito abbreviato (24 ottobre) e dibattimentale di primo grado (31 ottobre), passante entrambe in giudicato dopo il verdetto di legittimità della Cassazione a maggio del 2022.
Non a caso, oltre ai 24 soggetti istituzionali e sociali firmatari dell’atto costitutivo della consulta, hanno partecipato ai lavori anche i tre giudici del maxi processo: Andrea Rat (relatore ed estensore dell sentenza), Cristina Beretti (attuale presidente del tribunale di Reggio) e Francesco Caruso (suo predecessore passato poi a dirigere il palazzo di giustizia di Bologna). All’insegna dello slogan “conoscere per prevenire” contenuto nel suo mandato elettorale, il sindaco Massari ha indicato una “road map” per concludere in tempi brevi il riassetto della macchina della consulta, avanzando anche una nuova proposta.
Ai tre tavoli di lavoro già esistenti – ma da rimettere in sesto – riguardanti i beni confiscati a livello locale, la documentazione sui processi e i protocolli antimafia sul territorio, il sindaco ha proposto di aggiungerne un quarto, dedicato allo sfruttamento lavorativo e al caporalato, anche sulla scorta di una recente inchiesta della Procura. Sul punto si è dichiarato d’accordo Luca Chierici, della segreteria della Cgil, che della precedente consulta ha voluto però rimarcare una certa “mancanza di concretezza”.
Nei lavori della Consulta sarà poi coinvolta anche Unimore, in particolare per creare l’osservatorio sulla legalità previsto da una legge regionale e caldeggiato da tempo da Coalizione civica. Il giudice Caruso ricorda i numeri “monstre” del processo che ha diretto contro la cosca reggiana legata alla famiglia Grande Aracri di Cutro, che in Emilia ha fatto affari, con l’aiuto di “colletti bianchi” compiacenti e imprenditori complici o costretti dal 2004 al 2015, scofinando anche a Mantova e Cremona. Si tratta di 195 udienze, circa 1000 testimoni, 220 imputati tra i due riti e, per quanto riguarda le sentenze, 116 misure cautelari, di cui 86 in carcere, per centinaia di anni di detenzione.
“Il rischio del processo – spiega Caruso – era sempre che la trama si disfacesse in mille rivoli e che gli imputati fossero scarcerati per decorrenza dei termini”. In quel caso, avvisa il giudice, “l’organizzazione avrebbe continuato ad agire e noi ci troveremmo in una situazione molto diversa”. Secondo Caruso però, “gli anticorpi che non hanno funzionato si possono recuperare, facendo tesoro dell’esperienza e così si potrà ribaltare la situazione: non sarà più la n’drangheta a imporre il suo modello, ma la coscienza civica a sconfiggerla”.
Sulla stessa linea il procuratore capo di Reggio Calogero Gaetano Paci che sottolinea: “Da questo momento non ci sono più alibi per nessuno, siano politici, imprenditori, o professionisti”. A questo proposito Massimo Giaroli, numero uno dei commercialisti reggiani, chiarisce che “feriscono” le accuse di connivenza alla sua categoria, che inoltre segnalerebbe poche operazioni finanziarie sospette. Giaroli chiede quindi che un rappresentante delle categorie professionali, per il tramite dell’associazione “Professare” che le racchiude tutte, possa sedere nella Consulta.
Giovanni Mattia, referente provinciale di Libera segnala infine il lavoro da fare nelle scuole, “dove la consapevolezza della mafia tra i ragazzi di origine calabrese è minore rispetto a quella degli altri”. La prossima riunione della consulta è fissata l’11 dicembre, alle 15, in modalità online.