Sicurezza sul lavoro, la Fiom: “Ci avvisano tardi degli infortuni”

Il sindacato: “Ci sono medici che azzerano le prescrizioni dettate dagli specialisti”
REGGIO EMILIA – Se quando c’è un infortunio sul lavoro non è di turno in fabbrica, ne viene avvisato dall’azienda in ritardo. E’ quanto denuncia un Rls (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) su due eletto nelle aziende metalmeccaniche della provincia di Reggio Emilia, secondo un questionario somministrato dalla Fiom-Cgil provinciale. Il frutto del lavoro d’indagine, durato circa due anni, è stato presentato oggi al circolo sociale Pigal, nella seconda assemblea provinciale degli Rls, con 151 partecipanti.
Tra i problemi sollevati nei vari interventi, quelli relativi al caldo nei reparti, all’amianto, alle malattie professionali, ma anche ai rapporti con il “medico competente”, nominato dal datore di lavoro. Come denunciato da uno dei rappresentanti per la sicurezza intervenuti, infatti, “può succedere che il medico elimini le prescrizioni o le limitazioni individuate per il lavoratore da uno specialista, così che il dipendente non potrà sottrarsi dallo svolgere determinati compiti che per lui sono gravosi”. Ma contro questi comportamenti, viene ancora evidenziato “in pochi fanno ricorso”.

Prima “della salute e della sicurezza c’è una parola che dimentichiamo troppo spesso: prevenzione. E siccome la prevenzione si fa anche con la formazione siamo partiti l’anno scorso con un progetto per non arrivare ad affrontare i problemi all’ultimo minuto”, spiega Davide Franco, della segreteria provinciale Fiom con delega a Salute e Sicurezza.
“Un tema come il microclima – aggiunge Franco – non bisogna scoprirlo a luglio ed è un interesse comune che abbiamo con le aziende perchè se si lavora in un ambiente troppo caldo dove non si sta bene è chiaro che la produttività cala e si alza il tasso di assenteismo”. Purtroppo, conclude Franco, “troppo spesso si parla tra le parti ma poi, quando bisogna operare sul campo, prendere decisioni e fare delle spese, il tema della produttività prevale, anche se il decreto 81 dice altro”.

Silvia Simoncini, della segreteria nazionale della Fiom, aggiunge: “L’attività che cerchiamo di mettere in campo è quella di legare strettamente la parola lavoro a salute e sicurezza, facendo in modo che nei luoghi l’ambiente metta a disposizioni condizioni oggettive in cui il lavoratore non si trova a rischiare la vita”. Il “tema delle morti è incombente – prosegue Simoncini – ma fare sicurezza vuol dire anche prevenire le malattie professionali il cui riscontro non è immediato, ma molto in là negli anni, e quella prevenzione necessita di un’attività particolarissima”.
Così come, dice ancora l’esponente della segreteria nazionale, “bisogna tener conto di tutti gli infortuni che non finiscono sui giornali ma sono di fatto invalidanti per l’attività lavorativa”.
Un “percorso di formazione per l’apparato sui movimenti ripetitivi fatto con degli specialisti”, viene infine annunciato da Simone Vecchi, segretario della Fiom reggiana. Che, tra le azioni per la sicurezza messe in campo in questi anni, ricorda la creazione di un gruppo specifico interno alla categoria per occuparsi di questo tema, la campagna “amianto zero” dell’anno scorso, quella sulle malattie professionali di cinque anni fa, ed infine le stesse assemblee degli Rls provinciali (ideate da Davide Franco, ndr).