
Secondo l’indagine dell’associazione nei primi nove mesi il 46% degli artigiani ha evidenziato un peggioramento, il 36% una condizione stabile e solo il 18% ha detto di aver visto la sua situazione migliorare
REGGIO EMILIA – Tra le imprese artigiane della provincia di Reggio Emilia domina l’incertezza per il 2025, senza inversioni di tendenza rispetto all’anno “difficile” che sta per concludersi. I settori più in sofferenza risultano la manifattura e il commercio, mentre meno critica appare la situazione dei servizi alle persone.
E’ quanto messo in evidenza dalla ormai consueta indagine annuale della Cna reggiana (che rappresenta circa 6.000 aziende del territorio), svolta tra settembre ottobre scorsi su un campione di 300 realtà associate. Circa il 58% degli intervistati è composto da imprese sotto i 10 dipendenti e il 50% ha un fatturato annuo che non supera il mezzo milione.
Scorrendo l’analisi, alla prima domanda su come valutino i primi nove mesi del 2024 rispetto a quelli del 2023, il 46% degli artigiani ha evidenziato un peggioramento, il 36% una condizione stabile e solo il 18% ha detto di aver visto la sua situazione migliorare. Anche le previsioni per l’ultimo trimestre dell’anno sono negative per il 43% del campione. Si arriva così al 2025, su cui un’azienda su quattro (il 26%) non sa esprimersi e il 33% prevede un peggioramento (il 24% ritiene il prossimo anno improntato alla stabilità e solo il 17% ad un miglioramento).
Lo stato di incertezza degli imprenditori- dice lo studio di Cna- si ripercuote poi anche sull’occupazione. Nel quarto trimestre del 2024 il 90% delle imprese sentite non prevede di aumentare il numero degli addetti, dato che si attesta sull’85% nl’anno prossimo. Un discorso a parte riguarda gli investimenti. Nell’ultimo trimestre del 2024 sono previsti dal 16% del campione e nel 2025 (in controtendenza) dal 32% degli imprenditori intervistati.
Questo, forse, anche grazie ai numerosi cicli di incontri informativi sulle varie opportunità di finanziamento che la Cna provinciale svolge sul territorio l’ultimo dei quali, composto da 5 appuntamenti che hanno battuto il territorio, si concluderà domani a Castelnovo Monti. Infine tra i principali ostacoli alla crescita riscontrati, le imprese dello studio segnalano sul podio: tasse, burocrazie, e difficoltà a reperire manodopera.
Su quest’ultimo punto, sottolinea però il presidente dell’associazione di Reggio, “è in partenza un progetto di Cna nazionale relativo ad un corridoio professionale con l’Egitto per formare nuovi professionisti”. Commentando i dati- illustrati dal direttore di Cna Azio Sezzi- Lugli aggiunge: “A parte le tensioni geopolitiche, l’incertezza deriva ancora in parte dal costo dell’energia, che le imprese piccole pagano più delle grandi, che a loro volta pagano di più delle loro omologhe europee”.
Sulle costruzioni, inoltre, “il tema dei bonus e delle detrazioni fiscali regna sovrano”. Ma in generale, conclude Lugli, “non c’è niente di peggio per un’impresa che non avere certezze per il futuro, perché questo difficilmente stimola gli investimeti”.