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Consiglio di Stato toglie gradi a carabiniere reggiano corrotto

30 novembre 2024 | 11:52
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Consiglio di Stato toglie gradi a carabiniere reggiano corrotto

Accolto l’appello del ministero della Difesa che ribalta la sentenza del Tar: il militare era stato condannato a due anni con pena sospesa

REGGIO EMILIA – Tra la fine del 2020 e la primavera del 2021 aveva ricevuto (“o comunque accettato la promessa”) della somma di 500 euro da soggetti definiti “controindicati”, organizzando con loro una frode ai danni della compagnia di assicurazioni “Zurich”.

Protagonista della vicenda è un ex appuntato scelto dei carabinieri in servizio in una stazione della provincia di Reggio Emilia, poi condannato a luglio del 2022 a due anni di reclusione (pena sospesa) con contestuale applicazione dell’interdizione dai pubblici uffici o servizi. Qualche tempo dopo la sentenza, nella primavera del 2023, il ministero della Difesa aveva quindi provveduto ad emettere nei confronti del membro dell’Arma la sanzione disciplinare “della perdita del grado per rimozione”.

Lui però si era opposto impugnando l’atto davanti al Tar di Parma, che aveva dato ragione al ricorrente, ritenendo il provvedimento disciplinare lesivo dell’ordinamento sui rapporti tra la giustizia ordinaria e quella militare. Il ministero non si è però dato per vinto, ottenendo alla fine in Consiglio di Stato una “integrale riforma della sentenza di primo grado”. Il verdetto, emesso alla fine dello scorso ottobre, ma reso noto il 26 novembre scorso, entra anche nel merito dei reati contestati all’appuntato, accusato di “corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio”, “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale”, “simulazione di reato” e “fraudolento danneggiamento dei beni assicurati”.

In particolare, dalle evidenze istruttorie del processo a suo carico, è emerso che in cambio dei 500 euro l’appuntato aveva consegnato ai coimputati l’elenco dei turni di servizio del proprio reparto, in modo da consentire a questi di simulare il reato di un furto di batterie, strumentale alla frode ai danni della compagnia assicurativa, proprio quando l’imputato si fosse trovato in servizio esterno di pattuglia. L’appuntato aveva poi redatto un falso verbale di sopralluogo attestante il furto simulato e fatto in ottenere per sé ed altri l’indennizzo dell’assicurazione.

Accogliendo il ricorso del ministero, i giudici di Palazzo Spada hanno riformato la sentenza del Tar respingendo il ricorso presentato in quella sede. Le spese di entrambi i gradi di giudizio sono state compensate tra le parti (Fonte Dire).