Il sindaco Massari: “Segno di mobilitazione permanente e collettiva contro la presenza mafiosa nei territori emiliani”
REGGIO EMILIA – Il Comune di Reggio Emilia si costituirà parte civile nel processo che si apre l’11 dicembre a Bologna, sulle vicende a sfondo mafioso avvenute a Brescello, Comune della Bassa reggiana già sciolto nel 2016 per infiltrazioni della criminalità organizzata. Si tratta del procedimento scaturito dalle nuove indagini della Direzione distrettuale antimafia che, sempre nel paese di Peppone e Don Camillo, aveva fatto scattare nel 2019 l’operazione contro la ‘ndrangheta “Grimilde”, di cui si sono già svolti i riti abbreviato e ordinario.
Alla sbarra a Bologna ci sono ora anche gli ex sindaci Brescello Giuseppe Vezzani e Marcello Coffrini, accusati di concorso esterno alla mafia e altre 10 persone (tra cui ex amministratori pubblici di Brescello e membri della famiglia Grande Aracri di Cutro) accusate di vari reati compresa l’associazione di stampo mafioso di tipo ‘ndranghetistico. La decisione di costituirsi parte civile assunta dalla Giunta comunale reggiana deriva dal fatto che, nella richiesta di rinvio a giudizio presentata lo scorso settembre dal sostituto procuratore della Procura antimafia Beatrice Ronchi, il Comune viene individuato con altre amministrazioni come persona offesa in relazione a due capi di imputazione. In quanto, si legge nella delibera, “i reati contestati risultano essere stati commessi nel territorio dell’ente o avere comunque arrecato un danno all’ente stesso”.
“L’istanza dell’amministrazione comunale ha una valenza sia istituzionale sia sociale, poiché segno di mobilitazione permanente e collettiva contro la presenza mafiosa nei territori emiliani, per altro già certificata prima di tutto dal processo Aemilia”, dice il sindaco di Reggio Marco Massari, che parla di “un segno di vigilanza e presidio, che proponiamo a ogni cittadino della nostra comunità”. “E’ necessario vigilare e presidiare costantemente il territorio e la vita che si svolge in esso in tutti i campi contro il vulnus mafioso, che può inquinare relazioni sociali, dinamiche economiche e cultura intesa quale patrimonio civile di valori etici, democrazia e trasparenza”, aggiunge poi il primo cittadino reggiano.