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Le mani del narcotraffico su Reggio: raffica di condanne

8 novembre 2024 | 18:54
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Le mani del narcotraffico su Reggio: raffica di condanne

Comminate pene per 338 anni, oggi, nel processo di primo grado con rito abbreviato scaturito dall’operazione “Aspromonte emiliano”: sono 14 i condannati in provincia

REGGIO EMILIA – Il gup di Bologna Andrea Salvatore Romito ha sostanzialmente accolto – pur escludendo, per gli imputati a cui era contestata, l’aggravante mafiosa – le richieste del pm della Dda bolognese Roberto Ceroni nel processo di primo grado con rito abbreviato scaturito dall’operazione ‘Aspromonte emiliano’, che nel maggio del 2023 aveva permesso di smantellare un’organizzazione dedita al traffico di cocaina, hascisc e marijuana.

Un traffico che era imperniato anche sulla nostra provincia dove la ‘ndrangheta è ben radicata. Sono stati 14 i condannati nella nostra provincia su 35 imputati.

Il pm Ceroni aveva chiesto condanne per oltre 350 anni di carcere per i 35 imputati, e oggi il gup Andrea Salvatore Romito ha comminato pene per 338 anni e 10 mesi, tra cui spicca la condanna a 20 anni per Giuseppe Romeo ‘Maluferru’, della ‘ndrina di San Luca detta anche ‘Staccu’, ex super latitante arrestato in Spagna nel 2021 e ritenuto il capo dell’organizzazione. Agli imputati venivano contestati, a vario titolo, i reati di narcotraffico, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, sequestro di persona a scopo di estorsione e armi, e secondo l’accusa il vertice indiscusso dell’organizzazione criminale era proprio Romeo.

Di questa organizzazione facevano parte degli italiani appartenenti o contigui alla ‘ndrangheta reggina e crotonese e attivi in Emilia-Romagna, che avevano un contatto diretto con i cartelli della droga colombiani, e anche criminali cinesi. Ad alcuni imputati sono state anche comminate multe per un totale di 66.000 euro, e per tutti, tranne due, è stata disposta la misura della libertà vigilata per tre anni una volta espiata la pena. Dieci imputati, inoltre, sono stati assolti da alcune delle accuse che venivano loro contestate per non aver commesso il fatto. Infine, la sentenza – le cui motivazioni verranno depositate nel giro di 90 giorni – dispone la confisca dei beni sequestrati.