
Gian Franco Riccò: “La politica a Reggio Emilia dorme e quando si sveglierà di nuovo sarà ancora troppo tardi”
REGGIO EMILIA – In questa campagna elettorale dove si eleggeranno i consiglieri regionali c’è una materia che rimane oscura per i politici: è quella delle organizzazioni mafiose con i carichi di stupefacenti imbarcati in Colombia, Perù e Bolivia, nascosti nel reggiano. Nessuno ne parla, ma dopo il processo Aemilia si capisce che con i mafiosi non è finito niente. Niente!
La prima sentenza con rito breve del processo Aspromonte emiliano vede una lunga lista di nomi a partire da Giuseppe Romeo ritenuto di rilevante spessore criminale e presunto capo del traffico internazionale di cocaina. Le condanne nella prima sentenza citano persone che abitano a Reggio Emilia, Scandiano, Cadelbosco, Gualtieri, Sant’Ilario, Quattro Castella, Reggiolo, Poviglio e Bagnolo.
Non sembra implicato il vertice della ‘ndrina di Nicolino Grande Aracri andata a processo con Aemilia, ma i protagonisti sarebbero esponenti della criminalità organizzata di Reggio Calabria (consorteria Romeo-Staccu di San Luca) e Crotone.
La politica a Reggio Emilia dorme e quando si sveglierà di nuovo sarà ancora troppo tardi.
Gian Franco Riccò