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Metalmeccanici, maxi assemblea: si va uniti verso gli scioperi

13 novembre 2024 | 14:29
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Metalmeccanici, maxi assemblea: si va uniti verso gli scioperi

Per il rinnovo del contratto nazionale previsto a dicembre e nella prima settimana di gennaio. Sono oltre 300 i delegati (Rsu), in rappresentanza di oltre 30.000 operai (di 270 aziende del territorio), che si sono dati appuntamento al centro sociale “PiGal” il 21 novembre

REGGIO EMILIA – Dopo oltre otto anni i metalmeccanici reggiani si ritrovano uniti in una grande assemblea unitaria dei delegati, in vista di una serie di scioperi per il rinnovo del contratto nazionale previsti a dicembre e nella prima settimana di gennaio. Sono oltre 300 i delegati (Rsu), in rappresentanza di oltre 30.000 operai (di 270 aziende del territorio), che si sono dati appuntamento al centro sociale “PiGal” il 21 novembre mattina insieme ai segretari nazionali Michele De Palma (Fiom), Massimo Nobis (Fim) e Luca Colonna (Uilm).

L’appuntamento è preceduto da centinaia di assemblee nelle varie fabbriche che si stanno svolgendo in questi giorni. In dettaglio, nella piattaforma presentata, i sindacati rivendicano aumenti mensili di 280 euro lordi medi nell’arco di tre anni, percorsi di stabilizzazione per i precari, maggiori diritti negli appalti, più coinvolgimento delle Rsu nelle decisioni aziendali e gestione transizione energetica senza esuberi. Richieste ritenute sostenibili perché, come evidenziato da una recente analisi della Fiom Cgil di Reggio, negli ultimi 10 anni, nelle aziende aderenti a Federmeccanica della provincia la quota di ricchezza prodotta nelle imprese che è andata ai profitti è aumentata di 9,31 punti percentuali, mentre la quota destinata alle retribuzioni è calata di 9,53 punti.

Ora “a Reggio Emilia ci sono 95 aziende che stanno utilizzando ammortizzatori sociali dove i lavoratori perdono salario a causa della crisi e anche in queste aziende si lotterà per aumenti dignitosi”, aggiungono le parti sociali, secondo cui “un anno di crisi non può far dimenticare la crescita delle disuguaglianze degli ultimi dieci anni e il contratto nazionale può redistribuire una quota della ricchezza prodotta”.

La controparte industriale, sottolineano poi Fim, Fiom e Uilm, “ha proposto un contratto di quattro anni invece che di tre, non un euro di aumento in più dell’inflazione, nessun nuovo strumento per ridurre la precarietà, zero risposte sul mondo degli appalti e nessuna novità sul coinvolgimento delle Rsu nelle decisioni aziendali”.

Da qui l’appello dei segretari provinciali delle tute blu di Fiom, Fim e Uilm Simone Vecchi, Alessandro Bonfatti e Jacopo Scialla. “Gli industriali reggiani – affermano – devono far capire se in questa trattativa saranno parte del problema o parte della soluzione”. Infatti, “visto il buon andamento delle imprese negli ultimi anni e viste le positive relazioni sindacali, ci si aspetta un atteggiamento costruttivo, non ideologico, pragmatico, senza usare strumentalmente l’ultimo anno di crisi per negare un contratto nazionale che i dipendenti si aspettano dia molte risposte alle loro richieste”.