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Migliorare: “Basta portare servizi alle ex Reggiane”

12 novembre 2024 | 16:38
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Migliorare: “Basta portare servizi alle ex Reggiane”

I cittadini e i residenti del centro storico: “Il Comune investa anche qui”

REGGIO EMILIA – Riportare uffici, servizi e “funzioni” in centro storico, invece di trasferirli nell’area delle ex Reggiane. Lo chiede “Migliorare”, il gruppo di residenti e commercianti del cuore di Reggio Emilia, in linea con quanto denunciato ieri in Consiglio comunale dall’ex assessore e coordinatore della consulta d’ambito del centro Alessandro Roccatagliati.

“Sembra quasi che il centro si stia spostando nell’area delle ex Reggiane. Di certo è un bellissimo intervento ma a cascata ha messo in crisi i quartieri circostanti, come Stazione, Ospizio, Mirabello e l’area Nord del centro e ha distolto l’attenzione sugli immobili e sugli spazi vuoti che abbiamo in città”, dicono Andrea Bottazzi e Marco Merola, portavoce di Migliorare.

“Abbiamo una macchina amministrativa in grado di intercettare fondi regionali e statali. Gli ingenti investimenti di questi anni al Parco Innovazione lo dimostrano. Ora sarebbe il momento di intervenire con decisione sull’esagono, con modalità adeguate, ma con lo stesso dispiego di risorse e competenze”, rincarano.

“Anche di recente – evidenziano ancora Merola e Bottazzi – mentre dal centro e dai quartieri limitrofi si levava la voce dei cittadini alle prese con una quotidianità invivibile, al Parco Innovazione si inauguravano sedi di servizi e attività e si aprivano cantieri per corsi universitari e studentati. C’è una sproporzione evidente tra l’interesse che si pone in quell’area e quello che viene rivolto altrove, dove stiamo rischiando di veder morire una parte di città. Ma Non possiamo accettare che tutto questo sia o diventi normale”.

Un centro “è vivo se i cittadini ci vengono durante tutta la settimana, di giorno e di sera, non solo in occasione degli eventi”, ricorda Migliorare, precisando che con questo “non si vuole tornare alla Reggio degli anni ’80, ma ad una città contemporanea ma viva”.