Pederzoli (Avs): “Narcotraffico e mafie, troppo silenzio”
Il candidato di Avs alle regionali chiede “più formazione, più educazione alla legalità, riutilizzo beni confiscati per progetti sociali”
REGGIO EMILIA – “Cosa lega la Bassa reggiana, e non solo, con la Colombia, il Perù e la Bolivia? La risposta è tragicamente semplice: il narcotraffico”.
Lo scrive Cosimo Pederzoli, candidato di Avs al consiglio regionale, che aggiune: “Reggio Emilia infatti continua ad essere patria di mafia e narcotraffico, ma nessuno ne parla. Sono infatti 35 le condanne emesse con rito abbreviato al termine dell’udienza preliminare tenutasi nell’aula-bunker del carcere bolognese della Dozza, al termine del primo filone giudiziario legato all’operazione “Aspromonte emiliano”. Due cosche di ‘ndrangheta controllano infatti il traffico di stupefacenti provenienti da Colombia, Perù e Bolivia. Cocaina, hascisc e marijuana”.
Le condanne nella prima sentenza citano persone che abitano a Reggio Emilia, Scandiano, Cadelbosco, Gualtieri, Sant’Ilario, Quattro Castella, Reggiolo, Poviglio e Bagnolo in Piano. Condanne che arrivano a 300 anni. Il nostro territorio è sede operativa dei narcotrafficanti nel silenzio più assordante della politica locale.
Continua Pederzoli: “Anche per questo ho iniziato la mia campagna elettorale sul tema della legalità, denunciando l’inopportunità della candidatura di Pagliani di Forza Italia, e, alla luce di queste recenti condanne rilancio il ruolo che la Regione dovrà avere per contrastare la mafia. Troppo facile attaccare la fascia di consumatori più povera e in stato fragilità sociale e tacere davanti al traffico organizzato ben radicato nella nostra provincia”.
Conclude il candidato di Avs: “Più formazione, più educazione alla legalità, riutilizzo beni confiscati per progetti sociali, una grande mappatura regionale del fenomeno e un’assemblea permanente della legalità regionale. Solo conoscendolo possiamo sconfiggerlo”.