Cresce il disagio psicologico tra i minori (per la prima volta superiore a quello degli adulti) ed emerge una schiera di 1.500 poveri “invisibili”, usciti allo scoperto solo per chiedere i sostegni pubblici a loro dedicati
REGGIO EMILIA – La comunità reggiana cerca un nuovo assetto economico e sociale tra le macerie lasciate dal covid. Da un lato regge l’urto della crisi economica, che in questo momento colpisce soprattutto l’industria, e si rallegra per fattori come l’aumento dell’occupazione e del reddito delle famiglie. Ma dall’altro sconta un aumento del disagio psicologico tra i minori (per la prima volta superiore a quello degli adulti) e l’emersione di una schiera di 1.500 poveri “invisibili”, usciti allo scoperto solo per chiedere i sostegni pubblici a loro dedicati.
E’ quindi a luci e ombre il quadro dipinto dal nuovo rapporto – il 12esimo – sull’economia e la coesione sociale di Reggio Emilia, frutto dello sforzo congiunto di Comune, Provincia, Fondazione Manodori e Camera di commercio dell’Emilia. “Ci stiamo riassestando, non ripartiamo in maniera clamorosa, ma non crolliamo” conferma Gino Mazzoli, psicosociologo e storico curatore del dossier. Sfogliando l’analisi si registra in primo luogo un aumento della popolazione (quasi 530.000 abitanti su tutta la provincia) per la prima volta dopo 5 anni, con 2.300 abitanti in più.
La crescita è trainata dagli stranieri la cui percentuale sul totale della popolazione passa dal 12 al 12,5%. Inoltre continuano ad aumentare le acquisizioni di cittadinanza (7.000 negli ultimi due anni), a riprova di “una società capace di integrare”. L’aumento della popolazione reggiana ha riguardato 36 dei 42 Comuni reggiani, con crescite percentuali che vedono in testa tre aree della Bassa: Fabbrico, Castelnovo di Sotto e Reggiolo.
L’economia provinciale, dopo la crescita del triennio 2021-2023, è in affanno, colpita soprattutto nell’export, suo vero tallone d’Achille. “La Camera di commercio – evidenzia il presidente Stefano Landi – ha raddoppiato le risorse messe a disposizione delle imprese (oltre 9 milioni di finanziamenti diretti), soprattutto per sostenere export e processi di innovazione digitale, ma è evidente che servono interventi strutturali di politica economica nazionale”. Sul fronte del lavoro la situazione vede da un lato una risalita del numero degli occupati (7.300 unità in più) dovuta in parte anche all’abolizione del reddito di cittadinanza.
Nello stesso tempo, nelle aziende reggiane è esplosa la cassa integrazione. Nonostante questo il reddito complessivo delle famiglie reggiane (il cui risparmio è aumentato sia nel 2023 che nel primo semestre 2024) è cresciuto l’anno scorso del 4,4%. Per quanto riguarda la sanità il tasto più dolente è quello del disagio psichico. “L’area di maggiore sofferenza – spiega Mazzoli- resta quella dei minori. Nel 2023, con un aumento del 16% che li ha portati a 11.658, per la prima volta i minori hanno superato gli adulti come numero di utenti dei servizi di salute mentale”.
Il disagio, comunque, coinvolge un numero crescente di reggiani: donne, uomini e minori, seguiti dai servizi, che rappresentano il 4,3% dell’intera popolazione e che nel 2023 sono passati da 21.174 a 22.812. Ovvero 1.638 persone in più, 1.584 delle quali minori. Il rapporto esamina poi i Cau che, con 38.000 assistiti, hanno sgravato il Pronto Soccorso del 10% dei pazienti e la carenza di personale sanitario, anche a causa degli affitti troppo onerosi.
Infine nella scuola, quello della prima infanzia è l’unico grado scolastico in costante crescita di iscrizioni (+3,9% nel 2023) nonostante il calo delle nascite. Questo in parte grazie agli incentivi regionali e in parte a causa del sostegno dei nonni venuto meno dopo la pandemia. Dopo la diagnosi arriva la terapia. Secondo Mazzoli “vanno intercettate le fasce più fragili coinvolgendole nella comunità con proposte di ‘un fare utile'”.
Leonello Guidetti, presidente della Fondazione Manodori, parla del rapporto come di uno strumento “fondamentale per comprendere le esigenze dalla nostra comunità e orientarci meglio in una società che cambia”. Sia il presidente della Provincia Giorgio Zanni che l’assessore del Comune Carlo Pasini, infine, ritengono il disagio giovanile un tema da presidiare.