Amianto, vinta battaglia legale a Reggio Emilia

REGGIO EMILIA – Dopo una lunga battaglia legale, i familiari di un lavoratore deceduto per gli effetti di un mesotelioma causato dalla lunga esposizione all’amianto, si sono visti riconoscere dall’Inail la malattia professionale e il pagamento spettante. La vicenda riguarda un operaio della Fibrotubi di Reggio Emilia, addetto per quasi 20 anni, dal 1963 al 1981, alla produzione ed al taglio della sfoglia di amianto ed alla pulizia del reparto.

Il 30 settembre del 2021 l’uomo viene ricoverato all’ospedale reggiano con diagnosi di sospetto mesotelioma ed esame citologico negativo per presenza di cellule neoplastiche. L’11 ottobre viene presentata la denuncia di malattia professionale respinta dall’Inail di Reggio Emilia perchè “il solo sospetto di mesotelioma, ancorchè in presenza di una storia di probabile esposizione ad amianto, non è sufficiente ai fini dell’ammissione della tutela stessa”.

Il patronato Inca-Cgil di Reggio Emilia però non si arrende e presenta un ricorso medico legale, respinto, però, con le stesse motivazioni della domanda amministrativa. A luglio dello scorso anno, i famigliari chiedono allora, attraverso la Procura, di fare l’autopsia, che accerta che il decesso del loro congiunto è avvenuto a causa di “insufficienza respiratoria acuta da mesotelioma pleurico maligno bifasico”.

A questo punto viene proposto all’Inail il precontenzioso, una procedura utilizzata, nel caso che si sia venuti in possesso di elementi nuovi, per evitare una causa e ridiscutere il caso. Il precontenzioso ha avuto esito positivo con il riconoscimento della malattia professionale e il pagamento agli eredi dei ratei maturati dal lavoratore deceduto nel frattempo per le conseguenze dell’esposizione all’amianto: 52.000 euro e il pagamento dell’assegno funerario.