Sabato scorso il tradizionale pranzo di Natale della cooperativa con il sindaco di Correggio, Fabio Testi. Il presidente Santi: “Orgogliosi di quello che abbiamo fatto in questi 15 anni”
CORREGGIO (Reggio Emilia) – La Cat (Cooperativa Agroenergetica Territoriale di Correggio) da 15 anni vive della collaborazione tra numerose aziende agricole locali e importanti realtà vitivinicole e cantine sociali che conferiscono i residui della lavorazione dell’uva: nei digestori di Cat si concentra il 50% dei raspi derivati dalle produzioni vitivinicole modenese e reggiana.
Nella dieta dei digestori entrano anche triticale e mais che, avendo sostituito la coltivazione della tradizionale barbabietola da zucchero, hanno ridato vitalità economica alle aziende agricole. Non solo. A servizio del territorio c’è anche un impianto di teleriscaldamento alimentato dal calore che, diversamente, verrebbe dissipato.
Cat gestisce un impianto di digestione anaerobica che prevede principalmente l’alimentazione con biomasse da coltivazioni dedicate. L’energia elettrica prodotta sarà immessa in rete, il calore potrà essere almeno in parte recuperato con teleriscaldamento.
Infine, l’impianto Cat è stato il primo certificato in Italia secondo il disciplinare del “Biogas fatto bene”, un passaggio importante anche per le ampie ricadute in termini adeguamento di diversi parametri, nonché di sicurezza, benefici ambientali e sociali.
Sabato scorso si è svolto il tradizionale pranzo di auguri della cooperativa. Il presidente, Gabriele Santi, ha detto: “Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto in questi 15 anni. E’ per questo che colgo l’occasione per ringraziare tutti i soci di Cat. Tutti i collaboratori, i manutentori e i tecnici che ci hanno aiutato, perché, secondo noi, è stato fatto un lavoro straordinario con l’obiettivo principale di essere, da sempre, un progetto sostenibile”.
Ha aggiunto Santi: “Abbiamo valutato, in questi anni, la possibilità di utilizzare diverse tecnologiche. Io penso che se il governo ci garantirà di procedere verso la continuazione della nostra attività, producendo energia elettrica come abbiamo sempre fatto, riusciremo a trovare quelle nuove tecnologie e quelle nuove operazioni che ci permetteranno di migliorare il rendimento del nostro impianto e di migliorare il rendimento dei nostri terreni e cercando di dare precedenza a quelle culture che richiedono sempre meno energia per essere prodotte”.
Conclude il presidente: “Aspettiamo giugno con grande ottimismo e speriamo non ci sia interruzione e si possa continuare per dar soddisfazione ai soci, alle loro aziende e a tutto l’indotto dell’energie rinnovabili”.