
Ben 52 eventi estremi registrati nel 2024. Legambiente: “Servono più risorse economiche e interventi su prevenzione, mitigazione e adattamento”
REGGIO EMILIA – Tra le regioni italiane è l’Emilia-Romagna quella “più martoriata dalla crisi climatica”, con 52 eventi estremi registrati nel 2024. Tra le province svetta Bologna con 17 eventi, seguita da Ravenna a quota 13 (come Roma). E’ la fotografia che emerge dall’Osservatorio città clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con Unipol.
“L’Italia è sempre più sotto scacco della crisi climatica. Nel 2024, e per il terzo anno consecutivo – spiega una nota – sono stati oltre 300 gli eventi meteo estremi che hanno colpito la penisola, arrivando quest’anno a quota 351. Un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni: nel 2024 ha visto un aumento degli eventi meteo estremi di quasi sei volte, +485% rispetto al 2015 (quando ne furono registrati 60). A fare la parte da leone in questo 2024 l’aumento dei danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), da esondazioni fluviali (+ 24%) e da allagamenti dovuti alle piogge intense (+12%), con un’Italia divisa in due tra poca e troppa acqua”.
In questo contesto, “male il governo Meloni per l’inerzia dimostrata”, scrive Legambiente: “In particolare, l’esecutivo non ha messo in campo strategie di prevenzione e non ha stanziato le risorse economiche necessarie per attuare le azioni prioritarie del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), che ad oggi risulta essere una scatola purtroppo vuota. Inoltre, non è stato ancora emanato il decreto per l’insediamento dell’Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici”.
L’auspicio è che nel 2025 “da parte dell’esecutivo ci sia un’assunzione di responsabilità diversa – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – nella lotta alla crisi climatica: servono più risorse economiche e interventi su prevenzione, mitigazione e adattamento”.
Intanto, la regione più colpita è dunque l’Emilia-Romagna (52 eventi) seguita da Lombardia (49), Sicilia (43), Veneto (41) e Piemonte (22). Tra le province in cima c’è Bologna (17) davanti a Ravenna e Roma (13), Torino (12) e Palermo (11). Tra le grandi città, il primato va a Roma (otto) seguita da Genova (sette) e Milano (sei). Per quanto riguarda in specifico la siccità, le regioni più colpite sono Sicilia (16), Sardegna (nove) e Basilicata (tre), mentre per gli allagamenti spicca la Lombardia (25) seguita da Emilia-Romagna (22) e Sicilia (15). In tema di esondazioni fluviali l’Emilia-Romagna è al primo posto (14), poi Lombardia (otto) e Veneto (cinque).
Il 2024, segnala sempre l’Osservatorio, è stato segnato anche da eventi estremi sempre più impattanti sui trasporti: “Interruzioni e sospensioni causate non solo da piogge intense, allagamenti e frane dovute a intense precipitazioni, ma anche dalle temperature record e dalle forti raffiche di vento. Tra i casi più recenti la sospensione della circolazione ferroviaria sulla linea Rimini-Ravenna, per il forte maltempo che ha provocato l’allagamento dei binari nella stazione di Cesenatico”.
In Emilia-Romagna i fenomeni estremi “continuano a causare danni importanti”, sottolinea il direttore regionale di Legambiente, Francesco Occhipinti: “Il ripetersi di questi eventi e le conseguenze negative che continuano a causare sono il segnale della necessità di un’azione di sistema”. La messa in sicurezza dei corsi d’acqua e la creazione di infrastrutture per la sicurezza idraulica “non possono prescindere dall’adozione di un approccio di salvaguardia dal punto di vista ecologico – aggiunge Occhipinti – che garantisca una buona qualità degli ecosistemi fluviali e al contempo la sicurezza delle comunità che vivono in prossimità dei fiumi”.