Meta System, gestione disastrosa: i cinesi hanno perso 150 milioni in 10 anni

La Cina, dopo avere fatto incetta di know how ed essersi assicurata una buona entratura nel mercato Ue dell’auto, si è stancata di investire. Si spera nell’arrivo di un cavaliere bianco
REGGIO EMILIA – La gestione cinese della Meta System ha fatto perdere all’azienda 150 milioni di euro in dieci anni, di cui 45 negli ultimi due (15 nel 2023 e 30 quest’anno). E’ quel che è riuscito a ricostruire la Cgil. La crisi dell’azienda è sicuramente figlia di scelte gestionali sbagliate, ma, probabilmente, visto che l’azienda lavora nel settore dell’automotive, della crisi dell’auto a cui bisogna aggiungere il brusco rallentamento della crescita cinese.
Se guardiamo ai clienti di Meta System si tratta di aziende che sono tutte in difficoltà in questo momento: Bmw, Stellantis, Porsche, Volvo. L’azienda opera nel settore automotive (principalmente auto elettriche) e telematica per auto. Il prodotto su cui sono state investite maggiori risorse è un acceleratore di carica per ridurre i tempi delle ricariche delle batterie per auto elettriche, in particolare schede elettriche per batterie di auto elettriche. Non serve aggiungere che il mercato dell’auto elettrica è in grande difficoltà in Europa.
A salvare la Meta System doveva arrivare un fondo cinese, l’Harvest Fund Management, che avrebbe dovuto ricapitalizzare la società con 175 milioni di euro. Questo, almeno, era quello che era stato comunicato dall’assemblea dei soci del 9 luglio scorso. Ma di questo investitore si sono perse le tracce, tanto che l’azienda aveva fatto domanda di composizione negoziata della crisi al tribunale fallimentare di Reggio Emilia, ma quest’ultimo ha rifiutato la richiesta di misure protettive e l’esperto, il dottor Bruno Bartoli, ha chiuso la procedura motivando l’inesistenza di un piano industriale, l’infondatezza di una soluzione finanziaria di ricapitalizzazione e comportamenti “border line” dell’amministrazione che avrebbe provato a vendere a Bmw un ramo di impresa senza l’autorizzazione del potenziale acquirente (Harvest fund management) con cui era stato firmato un accordo di vendita di azioni dell’azienda (52%) e cesssione del controllo.

La proprietà di Meta System è tutta cinese: Deren Europe Investement Holding (CEO QIU YANG), gruppo 35,08%, Fondo China Alliance Investement Limited (CEO Liang Manchu), 12,58%, Fondo Shenzhen Yuan Zhi Fu Hai Renevable Energy Co (Ceo Zhang Quanzun), 17,83%, Fondo Sichuan Gloport Investement Development Group (Ceo Qu De Qui) 34,5%.
Probabilmente le aziende cinesi (o forse sarebbe meglio dire il loro governo visto che la maggiore parte dei grandi gruppi è di proprietà dello Stato), dopo avere fatto incetta di know how europeo ed essersi assicurate una buona entratura nel mercato Ue dell’auto, si sono stancati di mettere soldi dentro alla Meta System. Come dicevamo, sicuramente il momento dell’economia cinese e anche quello della crisi dell’auto non aiutano. Se da Pechino hanno detto “stop” sarà difficile che cambino idea.
La speranza è appesa all’arrivo di un cavaliere bianco che rilevi una azienda che, in effetti, è appetibile dato che nei prossimi anni, ha un portafoglio di ordini di quasi due miliardi. I 450 addetti a Reggio Emilia, i 160 dello stabilimento di Mornago (Varese) e i 60 persone del magazzino in appalto, sono tutti appesi a questa speranza.