Economia |
Economia
/

Meta System, Natale di rabbia e lotta: 5 giorni di sciopero contro i cinesi

10 dicembre 2024 | 15:01
Share0
Meta System, Natale di rabbia e lotta: 5 giorni di sciopero contro i cinesi

I sindacati chiedono l’attivazione di un incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy e un piano industriale di rilancio

REGGIO EMILIA – Fino a sabato prossimo presidieranno in sciopero giorno e notte le cinque sedi aziendali in città, chiedendo garanzie sul mantenimento del posto di lavoro. Sono i 450 lavoratori della Meta System di Reggio Emilia (a cui se ne aggiungono circa 200 impiegati nel sito di Mornago, nel varesotto), che stamattina si sono fatti sentire con fischi e fumogeni, cantando “Bella ciao” e appendendo striscioni che augurano ironicamente “Buon Natale” anche alla proprietà, composta dalla multinazionale cinese “Deren” e tre fondi di investimento del Paese asiatico.

Con la mobilitazione decisa ieri nell’assemblea convocata dalla Fiom e dalla Uilm reggiane – a cui ha aderito oggi il 90% degli impiegati e la totalità degli operai – i sindacati chiedono nello specifico l’attivazione di un incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy e un piano industriale di rilancio per la realtà messa in crisi da un lato dai problemi del settore automotive e dall’altro da una “malagestione” dell’attuale dirigenza. I lavoratori chiedono inoltre la proroga del contratto di solidarietà in cui versano da un anno (in scadenza al 31 dicembre) e il pagamento della tredicesima che appare incerto.

Anche su questi temi un primo incontro con gli amministratori e la Regione è fissato per il 16 dicembre.

meta system

La vicenda della Meta System, che realizza schede per batterie di auto elettriche per clienti come Bmw, Stellantis, Porsche, Volvo e Unipol, (per cui costruisce le “scatole nere” per assicurazioni) è alquanto intricata. Da quando è stata rilevata nel 2015, infatti, i nuovi proprietari cinesi hanno investito circa 300 milioni nell’azienda, che tuttavia presenta ad oggi debiti per 235 milioni con creditori sia italiani che cinesi. La domanda di composizione negoziale della crisi inoltrata al tribunale fallimentare di Reggio Emilia è stata rifiutata perché l’esperto nominato nella procedura ha rilevato “l’inesistenza di un piano industriale” e “l’infondatezza di una soluzione finanziaria di ricapitalizzazione”, oltre a comportamenti “border line” dell’amministrazione che avrebbe provato a vendere a Bmw un ramo di impresa senza le autorizzazioni necessarie.

Lo scorso luglio, infine, l’assemblea dei soci ha annunciato l’ingresso di un quarto fondo di investimento cinese nella società che l’avrebbe ricapitalizzata per 175 milioni, acquisendone il 52% delle azioni e quindi il controllo. Ma l’operazione, che doveva concludersi a settembre, sembra tramontata. Secondo quanto comunicato a Fiom e Uilm ci sarebbero tuttavia contatti anche con altri potenziali acquirenti che i sindacati invitano a questo punto ad “uscire allo scoperto e proporre le proprie condizioni”.

meta system

Simone Vecchi, segretario provinciale della Fiom Cgil di Reggio Emilia, non fa sconti agli attuali amministratori: “Ci sono 700 persone tra Reggio e Varese che oggi rischiano di perdere il posto di lavoro soprattutto a causa della loro malagestione negli ultimi due anni. Questa, insieme alla crisi di tutto il settore dell’auto, mette in ginocchio un’azienda molto importante che potrebbe avere un futuro”.

I vertici aziendali, continua Vecchi, “hanno accumulato tanto debito in maniera irresponsabile e a nostro avviso anche incompetente. Attualmente non hanno risorse per ricapitalizzare l’azienda e c’è bisogno di un nuovo soggetto investitore. Noi vogliamo un incontro istituzionale al ministero dello Sviluppo o al Mimit, ma in cui tutti scoprano le carte: vogliamo sapere chi vuole comprare quest’azienda, quanto ci vuole mettere e a quali condizioni”.

Ovviamente, dice il numero uno delle tute blu reggiane chi “è causa del problema difficilmente potrà essere parte della soluzione. Serve un cambio di registro e temiamo uno ‘spezzatino’, cioè che l’azienda sia smembrata facendo perdere posti di lavoro a Reggio”. Sulla stessa linea Giancarlo Pelati, segretario organizzativo della Uilm provinciale: “Nei tavoli di discussione non abbiamo avuto informazioni nè veritiere, nè confortanti”, denuncia.

meta system

“Ad esempio ci avevano parlato di un contratto con Volvo di cui il consulente della procedura, che ha avuto accesso ai documenti, non ha trovato traccia”, precisa Pelati. “Ad oggi l’azienda ha onorato tutti i pagamenti, arrivando però sempre a ridosso delle scadenze e temiamo per la tredicesima”, dice ancora il sindacalista. Secondo cui, infine, “è tangibile come l’azienda sia atta a fare ‘magazzino’, cioè ad avere le scorte e chiudere poi la produzione” (fonte Dire).