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Piani urbanistici, nuova colata di cemento su Reggio Emilia

12 dicembre 2024 | 14:44
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Piani urbanistici, nuova colata di cemento su Reggio Emilia

Il Comune, dopo l’ultima sentenza del Tar, dovrà firmare dal notaio tre convenzioni per interventi da 47.000 metri quadrati che porteranno 3,1 milioni nelle casse dell’ente

REGGIO EMILIA – In meno di 20 giorni il Comune di Reggio Emilia dovrà firmare dal notaio tre convenzioni, con altrettanti attuatori privati di interventi edilizi, per interventi che catapulteranno circa 47.000 metri quadrati di nuovo cemento sulla città e intorno ai 3,1 milioni nelle casse di piazza Prampolini, tra oneri di urbanizzazione e valore delle opere realizzate da terzi.

E’ il quadro emerso dalla riunione della prima commissione (“Territorio e Ambiente”) che ieri sera ha fatto il punto sui piani urbanistici “riattivati” dalla recente sentenza del Consiglio di Stato che ha tra l’altro autorizzato le villette in via Luxemburg e il contestato centro commerciale di Ospizio. Si tratta di tre piani attuativi, inseriti negli strumenti di pianificazione fin dal 2001, che avrebbero dovuto concludere il loro iter amministrativo entro il 2019, pena la cancellazione delle opere.

A stabilirlo era un’articolo del Poc (il piano operativo comunale) in base al quale l’amministrazione comunale aveva cancellato le richieste di sette costruttori. Nel 2020 tre di questi hanno fatto ricorso, ricevendo soddisfazione dal Tar nel 2022 e in un caso anche dal Consiglio di Stato (quest’anno). Per i giudici la norma comunale, più restrittiva di quella regionale era in sostanza illegittima. Da qui la corsa contro il tempo dell’attuale Giunta che, entro il 31 dicembre, dovrà approvare le delibere sui piani e firmare dal notaio con gli attuatori.

In dettaglio il primo intervento è previsto nella frazione di San Rigo, zona sud della città, su una zona coltivata di 19.000 metri quadri. Di questi ne saranno edificati poco più di 4.000 per costruire degli alloggi di cui 320 destinati ad edilizia residenziale sociale e 178 a funzioni terziarie (ma con la possibilità di riconvertirli in Ers). Il progetto- ridotto di 1000 metri quadri rispetto alla versione “originale”- prevede anche la sistemazione della viabilità d’accesso, la piantumazione di 300 alberi e 1.550 arbusti e la sistemazione di una fermata dell’autobus. Il tutto per oneri di urbanizzazione stimati in 480.000 euro oltre a opere di urbanizzazione primaria per mezzo milione (e 10.000 euro per la fermata).

Il secondo piano prevede un insediamento produttivo nella zona industriale di Mancasale di 42.000 metri quadri e alto fino a 16 metri. Insiste su un’area coltivata con solo due fabbricati rurali molto compromessi e non vincolati, ma caratterizzata da una complessa rete idrografica. Gli oneri che il Comune prevede di incassare ammontano a 458.000 euro mentre il valore delle opere che il privato si impegna a realizzare (una nuova rotatoria e la sistemazione del sistema idrico e fognario) si aggira sugli 1,7 milioni. L’ultimo piano urbanistico, infine, prevede un edificio di 400 metri quadrati sul lato ovest dell’Ipercoop di Baragalla, con funzione di uffici o deposito. Nel piano è previsto anche di destinare 20.000 euro per opere sulle ciclovie portanti 4 e 5 del biciplan del Comune.