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Piano Ospizio, bagarre in consiglio comunale

2 dicembre 2024 | 18:49
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Piano Ospizio, bagarre in consiglio comunale

Alcuni autori della mozione comunale hanno abbandonato subito l’aula: “Tutto deciso, inutile restare”. Gli altri sono stati mandati fuori dopo

REGGIO EMILIA – Bagarre in Consiglio comunale a Reggio Emilia, dove si discute la mozione popolare contro il nuovo centro commerciale targato Conad a Ospizio e per salvare il bosco urbano oggi esistente dove sorgerà. Dopo la firma per l’avvio dei lavori tra il Comune e l’azienda che quasi 2.500 cittadini chiedevano di posticipare, i presentatori della mozione hanno abbandonato sala del Tricolore in aperta polemica con la giunta.

Dagli spalti si sono levate grida all’indirizzo degli assessori: “Vergogna”. Sono poi comparsi striscioni uno dei quali recitava “Voi la stessa arroganza del passato, noi la stessa speranza per il futuro”. E il presidente dell’assemblea cittadina Matteo Iori ha faticato non poco a riportare la situazione alla calma: “Vorrei evitare di far sgomberare la sala”, ha detto ai manifestanti. Cosa poi avvenuta alle 18 quando Iori ha mandato via la gente che disturbava.

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Durissimo l’intervento di Ilaria Mezzenzana, presentatrice della mozione e portavoce del comitato di Ospizio che spiega: “Chiedevamo in pratica di non mettere l’ultima firma che mancava a formalizzare il progetto, per guadagnare tempo. Per fare cosa? In primis per coinvolgere la cittadinanza con gli strumenti messi a disposizione dallo stesso Comune nel suo regolamento ‘per la giustizia urbana e climatica’ e dare vita ad un percorso informato e partecipato, attraverso il quale arrivare a delle soluzioni condivise per l’area dell’ex Ospizio”.

E poi, aggiunge la cittadina, “per vagliare insieme a voi le strade che non erano state ancora percorse, come ad esempio un’operazione di persuasione morale verso Conad centro nord per spingerla a rivedere un progetto obsoleto e dannoso”.

Ma “come avrebbe reagito Conad a questa pressione pubblica non lo sapremo mai, perchè nel silenzio delle stanze comunali, a pochi giorni da questo confronto, l’unica firma mancante è stata apposta. Quella per la quale siamo venuti qui oggi e che vi chiedevamo di non mettere”. La mozione, viene poi fatto notare, “è stata presentata 45 giorni fa: il contenuto era pubblico da mesi e sotto gli occhi di tutti: del sindaco, degli assessori, di voi consiglieri. Eppure non è sembrato lecito lasciare aperto neanche un sottile varco, una possibilità per la nostra richiesta che è stata accantonata ancora prima di poterla discutere”.

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Ma “allora a cosa servono gli spazi di confronto come questo e i regolamenti dai nomi altisonanti, se non bastano a rallentare neanche di un paio di giorni un banale atto amministrativo?”, domanda ancora Mezzenzana. E ancora: “Cosa facciamo qui se le decisioni sono prese dai bilanci, dalla burocrazia o dalle imprese. A cosa serve se in quest’aula ci avete saputo raccontare solo dell’irreversibilità del progetto e se, per esserne ancora più sicuri avete firmato in fretta l’unica possibilità che avevamo per pensare insieme a delle strade alternative? Con quale fiducia dobbiamo uscire oggi da quest’aula?”.

Insomma, “col vostro voto vi avremmo chiesto di cominciare a scrivere un finale alternativo, o almeno qualcosa di nuovo e mai visto prima. Adesso invece usciamo e vi lasciamo, perché non abbiamo nient’altro da dirvi oltre a quello che sapete già”, chiude la cittadina.