
Referendum di Cgil, con Uil Pa e Usb Pi. I sindacati: “La nostra indicazione di voto è un no senza se e senza ma”
REGGIO EMILIA – Sono circa 600 i dipendenti pubblici delle “Funzioni centrali” della provincia di Reggio Emilia che, fino a sabato, possono esprimersi sull’ipotesi di rinnovo del contratto nazionale. Come? Tramite il referendum indetto (a livello nazionale) dalla Funzione pubblica della Cgil, con Uil Pa e Usb Pi.
“La nostra indicazione di voto è un no senza se e senza ma al testo proposto dal Governo che, oltre a dividere il fronte sindacale, per la prima fa venir meno la funzione di autorità salariale che risiede nel contratto nazionale, programmando un impoverimento dei dipendenti dello Stato”, spiegano i sindacati.
Che parlano di “un’ipotesi di contratto che riteniamo profondamente ingiusta perché, a fronte di una inflazione registrata nel triennio di circa il 16%, propone aumenti salariali del 5,78% scaricando sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, e sulle rispettive famiglie, una pesante riduzione del potere di acquisto”. Le parti sociali denunciano inoltre “arretramenti su diversi istituti, a partire da smart working e incarichi professionali”.
Per questo,”ritenendo fortemente penalizzante per i lavoratori l’ipotesi di contratto a cui noi abbiamo scelto per coerenza di non aderire abbiamo deciso di restituire la parola ai dipendenti delle amministrazioni centrali, attraverso uno strumento democratico ed immediato quale è il referendum”, spiegano le sigle di categoria di Cgil, Uil e Usb. “La democrazia per difenderla va praticata e per noi i soggetti che devono esprimersi sono le lavoratrici e lavoratori a cui il contratto si applica”, conclude la Fp Cgil.