Sanità in crisi, la Cgil: “A rischio tenuta coesione sociale”

Il sindacato propone la convocazione degli “Stati Generali della Salute”. Il segretario Sesena: “Occorre mettere un punto e ripartire”
REGGIO EMILIA – Liste d’attesa “sature”, Cau “in rodaggio”, medici e infermieri “che non si riescono a reperire”, ospedali sul territorio “sospesi tra riconversioni e promesse elettorale”. Anche a Reggio Emilia la sanità è in crisi e “il rischio è la tenuta della coesione sociale”. A sollevare la preoccupazione è la Cgil reggiana, che propone la convocazione degli “Stati Generali della Salute”.
Secondo il sindacato, infatti, “forse è il caso di fare un punto. E’ giunto il momento di mettere un punto, creando un momento comune di partecipazione e di riflessione esteso in cui si dia voce a chi rappresenta i cittadini, i lavoratori e i pensionati, partendo da un’analisi della situazione in essere, da una verifica dello stato di avanzamento dei cantieri aperti, dall’impatto che la riforma dell’emergenza-urgenza sta avendo sugli utenti”. In altre parole, per la Cgil di Reggio Emilia “l’assunzione di un orientamento politico chiaro e resistente non è più rinviabile”.
Il segretario generale Cristian Sesena incalza: “Forse prima del totonomi su chi sarà il successore della dottoressa Marchesi” alla guida dell’Ausl reggiana, alla quale “va il ringraziamento e la stima per il lavoro di questi anni, soprattutto per aver tenuto la barra dritta durante la pandemia, bisognerebbe delineare chiaramente il piano industriale del nostro sistema sanitario locale, che deve interrogarsi su alcune sfide importanti per il futuro della nostra provincia a partire dall’invecchiamento della popolazione, l’impennata del fenomeno del disagio psichico, e il conseguente carico che ne deriva”. Oltre ai problemi legati a liste d’attesa e Cau, il sindacato ricorda anche quello dell’emergenza-urgenza e dei medici a gettone.
“Aldilà della propaganda del Governo – aggiunge Elena Strozzi, responsabile Welfare e Sanità della Camera del lavoro di Reggio Emilia – la sanità pubblica non viene adeguatamente finanziata nella legge di bilancio 2025, anzi. E’ già in atto un piano di progressivo definanziamento che negli anni vedrà la spesa per la salute degli italiani scendere sotto la soglia del 6% del Pil, a tutto vantaggio della sanità privata che avanza anche sul nostro territorio in maniera imponente. Laddove servirebbero fondi e programmazione registriamo solo disinteresse e disinvestimenti verso quella che rimane una delle più importanti conquiste sociali della storia repubblicana. Ci stanno scippando un bene che è anche un collante decisivo della nostra coesione sociale e con esso il futuro”.
Da qui viene dunque la convinzione della Cgil reggiana sulla necessità di convocare gli Stati Generali della Salute. “La definizione è l’ultimo dei problemi – chiosa Sesena – il tema vero è fare tutti la nostra parte per impedire che un bene comune come la nostra sanità ci sparisca fra le mani”.