
L’annuncio durante l’assemblea annuale. La presidente Anceschi: “Far diventare Reggio una periferia competitiva”. La comunità si sente più incerta e più povera
REGGIO EMILIA – L’associazione degli industriali di Reggio Emilia cambia nome. Nei giorni scorsi il Consiglio generale ha infatti deliberato l’avvio della procedura che porterà Unindustria ad assumere la denominazione di Confindustria Reggio Emilia. La decisione dovrà essere ratificata dall’assemblea delle imprese associate fissata il prossimo giugno.
A dare l’annuncio la presidente degli industriali reggiani Roberta Anceschi durante l’incontro di fine anno dell’associazione di categoria- con oltre 350 partecipanti- che si è svolto questa sera negli spazi di “Ruote da sogno” in città.
La presidente Anceschi: “Far diventare Reggio una periferia competitiva”
Far diventare Reggio Emilia una “periferia competitiva”, cioè “una realtà plurale dotata di competenze e relazioni che la connettono stabilmente al mondo non per ciò che è oggi, ma per quello che sarà domani”. E’ la visione di Roberta Anceschi, presidente dell’associazione provinciale industriali, spiegata questa sera nel suo discorso all’incontro di fine anno con le associate. “E’ una sfida impegnativa che impone una chiara visione strategica: fare dell’intero ecosistema regionale il luogo dello sviluppo industriale e post-industriale. Un obiettivo al raggiungimento del quale Reggio Emilia può contribuire se riuscirà a rinnovare i fattori indispensabili per generare innovazione”.
Secondo Anceschi, dunque, “è questo il passaggio obbligato per conservare, trasformandola, tanto la reputazione internazionale accumulata nel tempo, quanto il nostro posizionamento all’interno delle catene globali del valore”. Tuttavia “per sostenere questa attitudine ciò che serve è la presenza di un ampio e differenziato ecosistema tecno-scientifico di scala regionale e sovra regionale aperto alle relazioni e alle collaborazioni con le imprese, soprattutto, quelle di piccole e medie dimensioni”, conclude la presidente di Unindustria Reggio.
La comunità si sente più incerta e più povera
Attualmente è l’incertezza il sentimento principale che pervade la popolazione reggiana, affondando le radici in una progressiva percezione di perdita delle proprie capacità economiche. E’ quanto emerge da una ricerca svolta dal sociologo Daniele Marini per Unindustria Reggio Emilia, presentata questa sera nell’incontro di fine anno con le imprese. In dettaglio poco meno della metà del campione interpellato (il 44,8%) avverte di aver diminuito le risorse economiche familiari, mentre era il 37,7% nel 2023. Chi risente di questa perdita sono in particolare gli anziani, ma anche gli imprenditori e i lavoratori autonomi. Un’analoga situazione si verifica considerando il cosiddetto “ascensore sociale”.
Anche in questo caso, la sensazione di discesa è vissuta dal 45,2% dei reggiani, mentre lo scorso anno interessava il 34,7%. Infine, l’indicatore della qualità della vita percepita peggiora progressivamente: dal 31,9% del 2023, all’attuale 48,6%. Dall’analisi emergono però anche dei punti di riferimento solidi, a cominciare dall’industria e l’agricoltura, visti dalla popolazione come i settori che più di altri hanno contrassegnato lo sviluppo locale. Un atteggiamento favorevole nei confronti dell’impresa si registra infatti nell’82% degli intervistati e solo l’8% la vede in modo diffidente o negativo. L’industria è inoltre considerata il primo fattore di competitività del territorio.
Anche le forme della coesione sociale e della partecipazione associativa costituiscono un elemento di “certezza”. Alla chiusura di un anno particolarmente problematico, infine, è possibile individuare un elemento di (timida) fiducia. Per il 2025 il saldo di opinione fra chi intravede un miglioramento e chi un peggioramento, porta un segno negativo: -37,6. Lo scorso anno, però, questo indicatore era pari a -41,4. Dunque si intravede un miglioramento.