Unipol, domani scioperano dipendenti con “trattamenti di serie B”

Quelli con il contratto del terziario: presidi a Reggio Emilia e a Bologna
REGGIO EMILIA – E’ sciopero per lavoratrici e lavoratori del Gruppo Unipol con il contratto nazionale del terziario. La mobilitazione, proclamata a livello nazionale, coinvolge a Reggio Emilia quasi 200 dipendenti di Unipolrental. In ballo, c’è la discussione nelle aziende del gruppo Unipol che applicano il contratto del terziario per ridurre le differenze retributive e normative con il comparto assicurativo, “per compattare le tutele per il comparto commercio e strutturare un accordo sulla modalità di lavoro agile attualmente in essere fino a fine anno”, ricorda il sindacato.
Ma l’azienda, come spiegano Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, “ha rigettato la piattaforma comunicando che non prorogherà lo smart working a tutti ma solo ad alcune aziende del comparto e dicendosi disponibile a ratificare solo alcune delle tutele già previste dai regolamenti aziendali”. Pertanto, i sindacati hanno proclamato un pacchetto di ore di sciopero, di cui le prime otto scattano domani, 20 dicembre. A Reggio Emilia dalle 8.30 alle 12.30 ci sarà un presidio sotto la sede Unipolrental.
A Bologna invece sarà nella zona antistante l’ingresso UnipolSai in via Stalingrado dalle 10 alle 13. “Non siamo notai e non esistono e non devono esistere lavoratrici e lavoratori di serie A e di serie B- sottolineano Irene Greco della Filcams di Reggio Emilia, Simone Zannoni della Fisascat Emilia Centrale, ed Eleonora Tatulli della Uiltucs Modena -Reggio – le lavoratrici ed i lavoratori Unipolrental chiedono il contratto integrativo del comparto commercio, lo smart working strutturale, pari diritti e pari tutele”.
I sindacati chiedono un “cambio di passo” di Unipol “ma soprattutto l’acquisizione della consapevolezza che il mondo del lavoro sta cambiando” e c’è il rischio “di perdere e disperdere la professionalità dei dipendenti di Unipolrental che si sentono presi in giro”. Di qui l’appello a “riattivare il dialogo sindacale volto seriamente ad ascoltare le istanze dei tavoli nazionali e locali, ricordando che la piattaforma presentata mesi fa racchiude esigenze votate a maggioranza dalle lavoratrici e dai lavoratori sul territorio reggiano”. Non sono tenere da Bologna le sigle confederali ricordano che nel gruppo Unipol le disparità sono parecchie.
Per esempio, le aziende che producono servizi tecnologici o per la mobilità (come Unipolmove) non hanno salario variabile, non hanno indennità connesse alla propria professionalità “e un quadro di diritti e opportunità organizzative limitate. Insomma, sono lavoratrici e lavoratori di serie B”. Ecco perchè si è chiesto di sistemare questi aspetti, ma “dopo mesi di colloqui, di riunioni e trattative l’azienda ha ritirato ogni disponibilità e ha proposto solo di trasformare in accordo i regolamenti ad oggi applicati, senza fare un passo in avanti per ridurre le differenze tra lavoratori e lavoratrici”.
In più si è aggiunto lo stop allo smart working con rientro in sede di parte del personale, il tutto “con atteggiamento autoritario e senza alcuna disponibilità al confronto: inaccettabile”, dicono Filcams-Fisascat-Uiltucs di Bologna. Anzi, lo smart working che resta solo per alcuni “crea ancora una volta dipendenti di serie A e dipendenti di serie B” e discrimina chi “dal 2020 in avanti ha sempre dimostrato che il lavoro da remoto non ha mai influenzato la loro produttività e professionalità”.