Zelensky: “Non abbiamo forze per riprendere Crimea e Donbass”

Gli ucraini pronti a rinunce territoriali. In cambio chiedono garanzie per la sicurezza del Paese. Europei divisi: francesi e tedeschi favorevoli a partecipare a una forza di interposizione
ROMA – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riconosciuto che il suo esercito non dispone dei mezzi militari necessari per riconquistare i territori occupati dalla Russia, inclusa la Crimea e il Donbass. Questa consapevolezza, condivisa da tempo da molti governi occidentali, segna un possibile cambio di rotta nella strategia ucraina, alla luce del mutamento del contesto geopolitico e del sostegno internazionale.
Conscio che il supporto degli Stati Uniti e dell’Europa non può essere illimitato, Zelensky sembra ora orientato verso una possibile apertura al negoziato. La previsione di un cambio di leadership a Washington, con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, aggiunge incertezza sulla continuità delle forniture di armi a Kiev.
Le posizioni all’interno del team di Trump appaiono contrastanti: Elon Musk e Donald Trump Jr. spingono per ridurre o interrompere le forniture militari. Keith Kellogg, inviato per l’Ucraina, auspica un approccio più graduale, mirato a forzare anche Vladimir Putin a negoziare.
Zelensky, pur considerando inevitabili concessioni territoriali, mira a garantire una formula transitoria che permetta di riaprire i negoziati sui territori in futuro, confidando in un possibile cambio di regime a Mosca.
Questi sviluppi saranno discussi durante la cena organizzata questa sera a Bruxelles dal Segretario generale della Nato, Mark Rutte, con i principali leader europei, tra cui Olaf Scholz, cancelliere tedesco, Keir Starmer, premier britannico, Donald Tusk, primo ministro polacco e Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano.
La presenza del presidente francese Emmanuel Macron, pur incerta, includerà un incontro con Zelensky prima del vertice.
Tra le richieste ucraine emergono garanzie internazionali, con l’ipotesi di un contingente europeo come forza di interposizione. Proposta da Macron, questa soluzione ha trovato il favore della ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, e del ministro italiano della Difesa, Guido Crosetto, che ha condizionato il supporto all’approvazione di un mandato Onu. La Polonia, sorprendentemente, si è dichiarata contraria.