
Un uomo di mezza età, residente in provincia, è stato accusato di concorso in autoriciclaggio ed omessa dichiarazione fiscale insieme ad un altro reggiano
REGGIO EMILIA – Era intestatario di diverse Ferrari d’epoca e di uno yacht, ma faceva l’operaio. Un uomo di mezza età, residente in provincia, è stato indagato per concorso in autoriciclaggio ed omessa dichiarazione fiscale all’interno di un’indagine della procura di Parma che ha messo nel mirino, per gli stessi reati, anche un altro reggiano che faceva da prestanome ed era intestatario di un garage dove erano custoditi i bolidi d’epoca. Perquisito anche un autosalone reggiano dove venivano messe in vendita le auto.
A capo di tutto ci sarebbe stato un commerciante parmigiano di auto di lusso, accusato di autoriciclaggio e omessa dichiarazione fiscale che, in 25 anni di attività, non avrebbe mai presentato dichiarazioni fiscali. Secondo le accuse della Finanza di Bologna e di Parma che ha eseguito le indagini e i sequestri, per non attirare le attenzioni del fisco, l’indagato avrebbe adoperato vari escamotages, quali l’interposizione fittizia di diversi prestanome (come quelli reggiani), false radiazioni “per esportazione” delle auto (che, private delle targhe, potevano essere commercializzate senza alcuna formalità), l’utilizzo di metodi di pagamento non tracciabili (prevalentemente contante) e conti correnti esteri (in parte detenuti in Paesi a fiscalità privilegiata).
Da ultimo, tra il 2019 ed il dicembre 2024, l’uomo avrebbe messso in vendita diverse auto di alta gamma (con evasione di II.DD. e IVA per circa 1,2 milioni di euro) che, a loro volta sarebbero state acquistate reinvestendo proventi delittuosi dallo stesso realizzati in anni precedenti dalla seriale commissione di reati tributari.
Quella che è emersa, in sostanza, è una sorta di catena infinita, nella quale, per un verso, le vendite di auto di lusso avrebbero alimentato il patrimonio dell’interessato e, per altro verso, le omesse dichiarazioni dei redditi, protrattesi negli anni, avrebbero consentito al soggetto in esame di accantonare altra liquidità da investire in ulteriori acquisti, che – a loro volta- avrebbero generato altri proventi. E così via.

I beni sequestrati
Il provvedimento ha permesso di sequestrate beni dal valore complessivo di circa 7,7 milioni di euro, tra cui:
- € 435.000 in contanti;
- € 176.209,31 depositati su conti correnti;
- 61 orologi di lusso;
- 18 autovetture, tra cui modelli esclusivi come:
- Ferrari 340 MM Vignale Spider (3 esemplari al mondo);
- Ferrari 275 GTB verde pino (6 esemplari);
- Lamborghini Miura e Countach;
- Lancia Aurelia B24 Spider America.
Le operazioni hanno incluso perquisizioni presso sei indagati e tre aziende tra Bologna, Parma, Reggio Emilia, Cremona e Firenze.
Oltre a bloccare l’ulteriore attività illecita, il sequestro mira a verificare la provenienza e la storia delle vetture, spesso celata dietro documenti ingannevoli. Il decreto di sequestro è ora in attesa di convalida da parte del giudice per le indagini preliminari. Va precisato che le aziende costruttrici delle vetture sono estranee ai reati ipotizzati.