
L’ex sindaco di Reggio Emilia si smarca dalla Schlein “Non mi pare che il complesso del Jobs Act meriti una battaglia politica di cancellazione”
REGGIO EMILIA – “Non approvo il referendum, troveremo una sintesi tra tutti, ma non mi pare che il complesso del Jobs Act meriti una battaglia politica di cancellazione”. L’ex sindaco di Reggio Emilia, attuale senatore Pd, molto vicino a Renzi quando era il suo sottosegretario alla presidenza del Consiglio, interviene a gamba tesa, oggi su Repubblica, sul referendum promosso dalla Cgil recentemente approvato dalla Consulta rischiando di provocare una spaccatura non da poco nel Pd.
Elly Schlein, a suo tempo, lo aveva detto chiaramente: “Io ho firmato, non faremo mancare il nostro contributo”. La segretaria aveva così schierato il suo partito a favore dell’abrogazione di una legge che era stata voluta da Matteo Renzi quando era segretario.
Delrio, che è uno degli artefici del risveglio dei catto-dem riunitisi sabato scorso a Milano, aggiunge su Repubblica: “Esprimo una mia opinione personale sul Jobs Act: è legittima la posizione della segretaria Schlein, ma noi lo abbiamo approvato il Jobs Act – a suo tempo – per il superamento di diverse carenze nella difesa diritti dei lavoratori: le dimissioni in bianco, i cocopro, la precarietà, ed era previsto già da allora anche il salario minimo, battaglia del Pd”.
Quella di Delrio è una linea che nel Pd condividono in tanti: da Lorenzo Guerini a Stefano Bonaccini, da Giorgio Gori a Marianna Madia. Sul referendum per abrogare il jobs act si potrebbe dunque consumare forse la prima spaccatura sanguinosa della segreteria guidata da Elly Schlein che, finora, era stata molto attenta a tenere insieme la componente liberaldemocratica e quella socialdemocratica del partito.