Jobs act, Sesena a Delrio: “Lunare attendersi una abiura da lui”

Il segretario provinciale della Cgil: “Precarietà e sicurezza sul lavoro. Lui e altri che ricetta hanno?”. Sul referendum: “Il quorum è possibile: i giovani ci sorprenderanno”
REGGIO EMILIA – “Lunare attendersi una abiura del Jobs Act da un protagonista indiscusso della svolta liberista renziana”. Cristian Sesena, segretario provinciale della Cgil, replica così al senatore Pd, Graziano Delrio, che in una recente intervista si è smarcato dalla Schleinaffermando: “Non mi pare che il complesso del Jobs Act meriti una battaglia politica di cancellazione”.
Un duello tutto reggiano, fra l’altro, fra l’ex sindaco di Reggio Emilia e la Cgil, di cui un altro reggiano, Maurizio Landini, è segretario nazionale. Il segretario Sesena, ovviamente, si schiera con lui e fa il punto, in questa intervista, sul referendum con toni appena più concilianti rispetto a un post su Facebook piuttosto sarcastico in cui ha scritto: “Uno solo dei nostri quesiti riguarda il Jobs act. Sarebbe bello conoscere il piano di Delrio per precarietà e morti sul lavoro al netto di fede, speranza e carità che, finora, si sono rivelate alquanto inefficaci”.
Quale sensazioni in avvio di questa campagna elettorale? Quorum difficile ma…
Spiace che il referendum non si tenga anche sulla autonomia differenziata, il politicamente più trasversale dei quesiti proposti, ma il quorum è possibile e noi faremo di tutto e di più per convincere 25 milioni di italiani ad andare alle urne. Se il quorum verrà raggiunto il giorno dopo non sarà come quello precedente per chi lavora. Lavoratori e cittadini debbono capire che mai come questa volta hanno un futuro migliore a portata di mano. Basta andare a votare in massa e votare SI. La rivolta sociale avviene partecipando alla vita democratica del paese, nelle piazze e nelle urne. Noi, dal canto nostro, abbiamo il compito di spiegarglielo.
Cosa risponde a Delrio che, recentemente, ha detto che non approva il referendum e che gli pare che il complesso del Jobs Act meriti una battaglia politica di cancellazione?
La posizione del senatore Delrio non mi sorprende, sarei stato sorpreso che, in questo decennio, avesse cambiato idea. Delrio e’ stato un protagonista indiscusso della svolta liberista Renziana e quindi una abiura del Jobs Act sarebbe stato lunare attendersela. Però i nostri referendum non sono “contro” qualcuno ma “pro” lavoratrici e lavoratori, un solo quesito, quello sul ripristino per tutti dell’articolo 18, si rivolge a un decreto legge voluto da Renzi. Gli altri si occupano di lotta alla precarietà e di sicurezza sul lavoro. A Delrio e con lui a tanti politici chiedo: che ricetta hanno contro questi due tragedie che affliggono il paese? La qualità del lavoro è un loro obbiettivo?
Cristian Sesena
Delrio e anche il segretario provinciale Gazza dicono che nel Pd bisogna trovare una posizione unitaria, ma la Schlein ha firmato e si è schierata a favore del referendum. Come se ne esce?
E’ una discussione che, se si vorrà farla, e’ in capo al Partito Democratico. Scegliere di discutere davvero del lavoro (non solo e non tanto dei nostri referendum) vuol dire avere anche il coraggio di ammettere di aver commesso degli errori i cui effetti oggi li stiamo pagando tutti. Se chi sta male non vota più o addirittura vota a destra e’ perché per anni la sinistra ha smesso di rappresentare il lavoro, le sue inquietudini, i suoi problemi e le sue solitudini. Se si vuole inaugurare una nuova stagione bisogna partire da qua. E non so, onestamente, da osservatore esterno, quanto il PD ne abbia davvero voglia. La nostra battaglia la mettiamo a disposizione di tutti perché riguarda tutti coloro che vogliono trasformare in meglio la nostra società a partire dal lavoro.
C’è chi dice che la battaglia sull’articolo 18 è di retroguardia e che i giovani non sanno neanche che cos’è. Il governo, inoltre, rivendica il record di occupazione e povertà stabile. Cosa risponde?
I dati vanno letti. Tanti posti di lavoro precari non qualificano il lavoro nel nostro paese e se 6 milioni di nostri concittadini sono ormai in povertà assoluta qualche problema di tenuta sociale lo abbiamo. Il 5% degli italiani possiede il 47% delle ricchezze italiane: per noi questo non è giusto né normale. L’auspicato ritorno dell’articolo 18, lo ribadisco, e’ uno dei 4 quesiti per cui abbiamo raccolto 25.000 firme a Reggio Emilia e un milione in Italia. Se a un giovane spieghi che essere licenziato senza un motivo ed essere liquidato con due spicci è sbagliato per me lo capisce, come capisce che è ingiusto essere tenuto a termine con contratti che si ripetono infiniti e che durano due o tre giorni, o che se una azienda decide di appaltare per risparmiare, deve essere consapevole che in caso di infortunio mortale e’ chiamata a farsi carico del dramma che ha contribuito generare, anche se la vittima non è un suo dipendente. I giovani ci sorprenderanno.