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Netanyahu: “Sì a una tregua prolungata. ma rapiti tutti liberi’

14 gennaio 2025 | 19:38
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Netanyahu: “Sì a una tregua prolungata. ma rapiti tutti liberi’

Blinken: “L’Anp dovrà gestire Gaza nel dopoguerra con l’Onu”. La Jihad palestinese “a Doha questa sera per gli ultimi dettagli” dell’accordo di cessate il fuoco

ROMA – Sono pronto per un cessate il fuoco prolungato, a condizione che tutti i rapiti vengano rilasciati. E’ questione di giorni o ore. Aspettiamo la risposta di Hamas e poi può iniziare subito”. Lo ha detto il primo ministro Benyamin Netanyahu incontrando alcuni familiari dei rapiti nel tardo pomeriggio. La Jihad islamica palestinese ha diffuso un comunicato secondo cui una delegazione di alto livello dell’organizzazione terroristica arriverà questa sera a Doha per discutere gli ultimi dettagli dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza.

Hamas ha accettato la bozza di accordo per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio di decine di ostaggi: lo affermano due funzionari israeliani coinvolti nei colloqui, citati dall’Associated Press e ripresi dai media israeliani. Secondo la bozza dell’accordo in fase di negoziazione tra Israele e Hamas, di cui Associated Press ha ottenuto una copia, Israele rilascerà 50 detenuti palestinesi per la liberazione di ognuna delle 5 soldatesse in ostaggio a Gaza.

Fonti vicine a Hamas hanno riferito che l’accordo includerebbe il rilascio di circa “1.000 prigionieri palestinesi” detenuti in Israele nella fase iniziale dell’intesa.

Poco prima il ministro degli Esteri del Qatar, Paese mediatore, aveva confermato che i colloqui per una tregua a Gaza sono “alle fasi finali” e che un’intesa è possibile “molto presto”. Il portavoce del ministero ha affermato che “sono state superate le principali controversie (nei negoziati)”. “Non entriamo nei dettagli di ciò che sta accadendo nei negoziati, siamo al punto più vicino a questo accordo da mesi. Abbiamo inoltrato le bozze dell’accordo a entrambe le parti e ora stiamo raggiungendo la conclusione nei dettagli”, ha dichiarato.

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha convocato per questa sera una riunione d’urgenza con i vertici della sicurezza. L’incontro si concentrerà sull’esame dell’accordo sul rilascio degli ostaggi. Secondo i media israeliani, la consultazione includerà alti funzionari dell’Idf, il capo di stato maggiore Herzi Halevi e rappresentanti delle agenzie di intelligence David Barnea per il Mossad e Ronen Bar per lo Shin Bet.

L’Autorità Nazionale Palestinese dovrebbe gestire Gaza nel dopoguerra insieme alle Nazioni Unite e ai partner stranieri: lo ha detto il segretario di stato Antony Blinken parlando all’Atlantic Council a Washington. “La palla ora è nel campo di Hamas”, ha detto Blinken, secondo cui Israele deve accettare un percorso verso lo stato palestinese “legato ad un calendario e basato su condizioni”.

Secondo indiscrezioni ottenute da Channel 12, l’accordo tra Israele e Hamas inizierà con il rilascio di tre donne civili in ostaggio e i due bambini Kfir e Ariel Bibas, il primo giorno della prima fase di 42 giorni. Hamas ha affermato che i due piccoli e la madre Shiri sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano, ma l’Idf non ha avuto informazioni di intelligence che confermino che non sono più vivi. Ogni settimana successiva inizierà con il rilascio di un altro gruppo di ostaggi. Il secondo gruppo ad essere rilasciato nella prima fase sarà quello delle soldatesse, seguito dagli anziani e infine da coloro che saranno considerati estremamente malati, per un totale di 33 ostaggi. Il report di Channel 12 non è stato confermato dalle autorità israeliane, ma si stima che la maggior parte delle persone destinate al rilascio siano ancora vive.

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha incontrato nel suo ufficio a Gerusalemme i familiari dei rapiti, in attesa della risposta ufficiale di Hamas sulla bozza finale dell’accordo sul rilascio degli ostaggi. Durante l’incontro il premier ha spiegato che i negoziati riguardano un accordo che coinvolge tutti gli ostaggi e che si è più vicini che mai, hanno riferito i parenti ma sottolineando: “Gli accordi sono solo per la prima fase, e siamo molto preoccupati per la seconda e la terza fase”. “Il primo ministro ha ribadito l’impegno a riportare tutti gli ostaggi a casa, i vivi per essere riabilitati e i morti per essere sepolti”, hanno aggiunto.