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Pfas in acque potabili, i Verdi: “Subito divieto totale”

23 gennaio 2025 | 15:17
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Pfas in acque potabili, i Verdi: “Subito divieto totale”

L’eurodeputata Cristina Guarda: “Il nostro obiettivo deve essere quello di seguire l’esempio danese, con limiti severi”

REGGIO EMILIA – “È fondamentale introdurre un divieto universale a livello europeo per eliminare tutti i Pfas, partendo dalle acque potabili e di falda, fino a coprire tutti i settori industriali. Il nostro obiettivo deve essere quello di seguire l’esempio danese, con limiti severi”. Lo afferma Cristina Guarda, europarlamentare dei Verdi, dopo aver letto l’indagine di Greenpeace Italia sui Pfas nelle acque potabili.

La presenza di queste sostanze chimiche dannose per la salute è al centro del rapporto “Acque senza veleni” di Greenpeace. La nostra provincia si è classificata al settimo posto in Italia per la concentrazione di queste sostanze nell’acqua potabile,ma l’Ausl ha detto che non “ci sono rischi per la salute” e che “tutti i prelievi analizzati dal laboratorio Arpae sono risultati inferiori ai limiti stabiliti dal decreto”.

Aggiunte la Guarda: “Una proposta di restrizione universale, avanzata da Danimarca, Germania, Olanda, Norvegia e Svezia, è attualmente al vaglio dell’Echa nell’ambito della revisione del regolamento Reach. Ma, come svelato da Laura Fazzini nella recente inchiesta pubblicata da La Via Libera nell’ambito del Forever Lobbying Project, le aziende produttrici di Pfas si oppongono ad ogni divieto con tattiche già viste per tabacco e combustibili fossili. E i budget per le attività di lobby sono cresciuti del 30% solo nell’ultimo anno”.

I dati rivelati dall’indagine di Greenpeace “sono estremamente preoccupanti”: il 79% dei campioni analizzati contiene almeno una sostanza Pfas, “con problemi particolarmente gravi” in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Sardegna e Umbria. “Queste sostanze sono cancerogene e hanno effetti devastanti sulla salute, soprattutto sulla crescita di bambini e ragazzi”, continua l’eurodeputata e in “Italia, manca una regolamentazione efficace per i Pfas nelle acque potabili. I valori normativi europei che entreranno in vigore nel 2026 sono già stati giudicati insufficienti per la protezione della salute”.

Secondo Guarda, è “necessario mettere limiti chiari e fare bonifiche nelle zone più contaminate e investire nella ricerca per capire come distruggere queste sostanze nei rifiuti, senza che le particelle diventino sempre più piccole e inquinanti dopo il trattamento negli inceneritori”. Occorre poi, continua l’europarlamentare veneta, “vietare pesticidi e fertilizzanti in agricoltura, come ha iniziato a fare la Commissione europea. Ma bisogna anche investire in ricerca e sviluppo per sostenere le aziende che vogliono affrontare la conversione, eliminando le sostanze Pfas dai propri processi produttivi”.

L’eurodeputata fa appello al Governo italiano per azioni “urgenti per eliminare questa contaminazione e garantire che l’acqua che milioni di italiani bevono sia sicura per la salute. È tempo di agire per tutelare la salute e l’ambiente”.