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Roberto Fiore, chi è il leader di Forza Nuova che vuole aprire una sede a Reggio

21 gennaio 2025 | 16:51
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Roberto Fiore, chi è il leader di Forza Nuova che vuole aprire una sede a Reggio

Ha 65 anni, è sposato con una spagnola e ha 11 figli. La latitanza a Londra, gli affari e la condanna per l’assalto alla sede della Cgil

REGGIO EMILIA – Si è parlato molto, in questi giorni e anche oggi, sui giornali reggiani della figura di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, ma molti probabilmente non conoscono la sua storia. La riepiloghiamo qui.

Fiore ha 65 anni, è sposato con una donna spagnola e ha 11 figli. La sua affiliazione alla galassia nera risale agli anni Settanta. Nel 1977 aderisce a Lotta Studentesca e l’anno successivo fonda Terza posizione che sarà poi sciolta nel 1982, ma, in quel momento, Fiore era già andato all’estero a Londra che, negli anni, diventerà rifugio di molti esponenti dell’estrema destra.

Grazie alla protezione inglese Fiore non sarà mai estradato in Italia, nonostante un ordine di cattura da parte della magistratura italiana, uno dei quali da parte della procura di Bologna in seguito alle indagini sulla strage di Bologna, da cui fu poi dichiarato estraneo.

Nel 1985 viene condannato per banda armata e associazione sovversiva, ma continua a vivere in Gran Bretagna, tanto che molti pensano che possa aver goduto di una protezione speciale garantita dall’intelligence inglese. Qualche anno dopo la Commissione europea d’inchiesta su razzismo e xenofobia confermerà la sua affiliazione all’MI6 fin dai primi anni ’80. Il tempo passa e Fiore diventa un businessman. Fonda una società di viaggi studio a Londra e poi acquista ristoranti e negozi. Si stima che, in quei tempi, sia arrivato a fatturare fino a 30 milioni di euro.

Nel 1997 decide di fondare Forza Nuova. Nel 1999, quando i suoi campi di imputazione sono oramai caduti in prescrizione, ritorna in Italia dove apre la sede di Forza Nuova, appartenente alla destra radicale. Nel 2001 Fn ha già 40 sezioni in tutto il paese. Dal 2003 al 2006 Forza Nuova stringe una collaborazione elettorale con due movimenti di destra radicale. Con la guida di Alessandra Mussolini crea il cartello di Alternativa sociale a cui, oltre a Forza Nuova, partecipano anche Libertà di Azione e il Fronte sociale nazionale.

As partecipa alle elezioni europee del 2004, alle regionali del 2005 e alle elezioni politiche del 2006. In questo ultimo caso As raggiunge un accordo con la coalizione della Casa delle libertà che mette però il veto sulla candidatura di Fiore. As ottiene lo 0.7% alla Camera e lo 0.6% al Senato.

Alle politiche del 2008 il partito ottiene lo 0.3% alla Camera e lo 0.26% al Senato. Nel 2009 partecipa alle elezioni europee. Fra i candidati celebri c’è Mario Sossi, il giudice che era stato rapito dalle Brigate Rosse. Fiore è capolista in tutte le circoscizioni. Il suo partito prende lo 0.48% dei voti non eleggendo alcun eurodeputato.

Risultati sotto l’uno per cento anche in tutte le elezioni seguenti. Nel 2022 e nel 2024 non riescono nemmeno a raggiungere le firme necessarie per partecipare alle elezioni politiche e alle europee. Nonostante i flop politici, comunque, per poco più di un anno tra il 2008 e il 2009 Fiore fu europarlamentare, perché sostituì Alessandra Mussolini, sua alleata politica alle elezioni europee del 2004, che era stata eletta alla Camera dei Deputati.

Il partito si caratterizza per posizioni euroscettiche, contro l’immigrazione, l’aborto, l’eutanasia e le coppie gay. Forza Nuova auspica inoltre la nazionalizzazione delle banche. Il movimento rifiuta di essere etichettato come “neofascista” e si definisce nazional popolare e considera “superate le definizioni di destra e sinistra”. Forza Nuova è stato spesso accusato di atteggiamenti xenofobi e omofobi.

In tempi recenti, il 6 dicembre 2017, alcuni militanti di Forza Nuova, a volto mascherato, effettuano un blitz con lancio di fumogeni sotto le sedi di Repubblica a Roma e Napoli. Durante la manifestazione dei No Green Pass del 9 ottobre 2021 un gruppo di Forza Nuova, deviando dal percorso concordato con le forze dell’ordine, si dirige subito verso Palazzo Chigi e poi, trovandosi ostacolato, devia verso la sede della Cgil in corso Italia assediandola e devastandola.

Il 20 dicembre 2023 il Tribunale di Roma condanna a pene superiori a 8 anni di carcere tutti i sette imputati del processo principale, incluso il leader Roberto Fiore.