Roberto Fiore (Forza Nuova): “Faremo pulizia dei vecchi poteri”
Il leader del partito di estrema destra, contestato dai centri sociali, conferma di voler aprire una sede in città e la querela verso i consiglieri
REGGIO EMILIA – “Entriamo a Reggio per iniziare a fare una pulizia di quelli che sono dei poteri vecchi, forti e beceri – dalle Brigate Rosse, al Pci di un certo tipo alla ‘ndrangheta – che non hanno più nulla da dire, ma stanno distruggendo il tessuto sociale di questo territorio”.
Lo dice Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, oggi in visita a Reggio Emilia dopo le polemiche suscitate dall’annuncio di voler aprire una sede del suo partito in città. Ipotesi avversata da più parti, compreso il Consiglio comunale, dove 23 consiglieri comunali di maggioranza hanno votato una mozione di dissenso e sono stati querelati da Fiore sulla base di una dichiarazione antifascista contenuta nell’atto e ritenuta diffamatoria.
Ad accogliere il politico di estrema destra in piazza Prampolini c’erano una ventina di attivisti dei centri sociali che, tenuti a distanza da un cordone di Polizia, hanno cantato “Bella Ciao” e lo hanno invitato ad andarsene con slogan e un fumogeno. Fiore non si è scomposto e ci ha scherzato su: “Conosco i centri sociali da tantissimi anni, non me la prendo con loro. Sono bravi ragazzi, basta che non si droghino”.
Poi ha aggiunto in modo più serio: “Noi puntiamo alla pacificazione, ma non faccio passare questo antifascismo d’antan che oggi non è più ripropopnibile. Queste cose (le contestazioni, ndr) ci possono anche stare, ma non ci deve essere più violenza sulla base dell’antifascismo”. Si è intrufolato nel capannello dei cronisti anche Giuliano Ferrari, consigliere comunale del Pd, che ha chiesto delucidazioni sulla querela.
Il numero uno di Forza Nuova conferma che andrà avanti con l’azione legale sia contro chi ha sottoscritto il documento, che contro chi lo ha votato (non il centrodestra). “Anche a Ferrara è stata presentata una mozione – spiega Fiore – che non aveva però al suo interno la dichiarazione antifascista. Questa è specifica per quanto ci riguarda perchè apre la possibilità del reato di violenza privata e non lo dico io ma la Procura di Parma in una sentenza di tre anni fa”. Quindi “coloro che hanno firmato la dichiarazione antifascista hanno probabilmente commesso un reato. Il centrodestra è stato qui più intelligente che a Ferrara”.
Per sapere come finirà si dovrà comunque attendere i 75 giorni entro cui l’atto legale può essere notificato. Barra dritta anche sull’apertura di una sede per accogliere gli oltre 30 iscritti al partito cittadino, che potrebbe essere affiancata da un’altra in provincia. “Stiamo sicuramente prendendo una sede a Reggio Emilia, ma per ovvi motivi devo essere discreto”, conferma Fiore.
Che poi precisa: “Qui però il vero potere è nella provincia: dove abitano Prodi e Landini, dove c’erano le basi militari e clandestine del partito comunista. Quindi per noi la provincia e la città valgono la stessa cosa anche se, certo, preferiremmo stare in città. Ma stiamo puntando anche alla montagna”. Seguito a vista da agenti della Digos il politico ha preso un caffè in un bar e spiegato: “Oggi faremo qualche giro”. Tuttavia “nessun rapporto con altri politici, nè di centrosinistra nè di centrodestra, che riteniamo ugualmente responsabile della situazione disastrosa della provincia. Noi siamo indipendenti”.
Ad accompagnare Fiore c’era anche Alessandro Raniero Davoli, consigliere comunale di Castelnovo Monti condannato l’anno scorso per diffamazione aggravata nei confronti di esponenti della famiglia Falbo di Casina, parenti a vario titolo del boss della ‘ndrangheta cutrese e reggiana Nicolino Grande Aracri e impegnati in politica quali eletti o candidati nelle liste elettorali dello stesso comune di Casina. Davoli è stato condannato sulla base di una lettera-esposto del 2016 all’allora prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto.
Fiore ne ha preso a cuore la battaglia legale augurandogli di rimuovere in appello la sua condanna (6 mesi di carcere due in più della richiesta del pubblico ministero). In piazza era presente anche Alessandro Miglioli, consigliere comunale di Possibile e primo firmatario della mozione che ha innescato la querela, che si dice soddisfatto perché “oggi Roberto Fiore, il fondatore di Forza Nuova, voleva fare una foto davanti al municipio di Reggio, proprio dove ci sono il busto di Camillo Prampolini, la lapide che ricorda il voto di Reggio per la repubblica e quella che ricorda tutti i caduti per la resistenza”.
Aggiunge Miglioli: “Bisogna ringraziare i ragazzi e le ragazze di Lab AQ16 che hanno presidiato la piazza per impedire questa provocazione. Ha fatto specie vedere che Fiore non aveva nemmeno un sostenitore autoctono con sé, a parte i due soliti noti, di fronte a una mobilitazione antifascista numerosissima, contando che è nata nel giro di poche ore. Fiore voleva piantare una bandierina, la cittadinanza di Reggio ha semplicemente detto no” (Fonte Dire).