Store, così Unimore si mette l’elmetto e contribuisce all’industria bellica

Capofila del progetto è Thales Group, di cui lo Stato francese detiene il 26%, che ha fornito componenti elettronici essenziali per i droni armati Hermes 900 utilizzati da Israele nella striscia di Gaza
REGGIO EMILIA – L’Università di Modena e Reggio Emilia è uno dei partner accademici coinvolti nel progetto Store (Shared daTabase for optronics image recognition and evaluation), un’iniziativa di ricerca collaborativa finanziata dall’Edf (European defence fund) e coordinata da Thales, gruppo francese specializzato nell’aerospaziale, nella difesa, nella sicurezza e nel trasporto terrestre. Il progetto, recentemente avviato con la firma del Grant Agreement da parte della Commissione europea, mira a sviluppare un database condiviso di immagini optroniche protetto e algoritmi avanzati di intelligenza artificiale (IA) per l’analisi dei dati raccolti da piattaforme terrestri.
Con un consorzio di 21 partner provenienti da 9 paesi, Store si propone di affrontare due sfide chiave per la difesa europea: il miglioramento dei sistemi di riconoscimento delle immagini e la creazione di un’infrastruttura condivisa per dati annotati. Il progetto, che durerà 36 mesi con un budget di 23,3 milioni di euro, esplorerà casi d’uso legati a minacce emergenti, come carri armati, droni e missili ipersonici.
L’università modenese-reggiana contribuirà con le proprie competenze nella progettazione di algoritmi di apprendimento automatico e metodologie di apprendimento federato, che permettono la condivisione sicura e classificata dei dati. Questo approccio innovativo punta a migliorare la consapevolezza tattica sul campo di battaglia, riducendo i tempi decisionali e aumentando la resilienza delle forze armate europee.
Il progetto Store si inserisce in un contesto strategico dove l’introduzione dell’Ia e di sensori optronici avanzati è fondamentale per contrastare le minacce sempre più sofisticate che si evolvono rapidamente. Il database europeo, uno degli elementi centrali del progetto, getterà le basi per una cooperazione più efficace tra i paesi membri dell’Ue nel settore della difesa, promuovendo anche lo sviluppo di tecnologie sovrane.
Tutto questo avviene, mentre il rapporto investigativo di Disclose, emittente francese non-profit, ha sollevato preoccupazioni sulla vendita di equipaggiamento bellico da parte della Francia, utilizzato da Israele per colpire obiettivi civili. Secondo documenti classificati, Thales Group, di cui lo Stato francese detiene il 26%, ha fornito componenti elettronici essenziali per i droni armati Hermes 900. In particolare, i transponder TSC 4000 IFF, descritti come “sistemi di sorveglianza, tracciamento e ricognizione”, consentono ai droni di evitare collisioni e identificare aerei amici.

Tra dicembre 2023 e maggio 2024, otto di questi dispositivi erano destinati a Israele. Due sono stati consegnati, mentre gli altri sei sono stati bloccati dalla dogana francese. Tuttavia, Israele avrebbe utilizzato i transponder già forniti per attacchi, incluso il bombardamento di un ospedale a Khan Yunis a febbraio 2024. Questi eventi mettono in discussione la trasparenza francese nelle esportazioni di armi, nonostante le affermazioni del ministro delle forze armate, Sébastien Lecornu, secondo cui tali componenti non rappresentano armi dirette.
Separatamente, la Francia ha revocato il divieto temporaneo per le aziende israeliane di partecipare a Eurosatory 2024, una fiera internazionale delle armi, decisione presa dopo una sentenza del tribunale commerciale di Parigi, che ha definito il divieto “discriminatorio”. Questo in seguito a pressioni da gruppi filo-palestinesi dopo l’invasione israeliana di Rafah.
Il rapporto evidenzia un quadro più ampio di collaborazione tra potenze occidentali e Israele, con gli Stati Uniti e il Regno Unito coinvolti in operazioni che hanno portato al massacro del campo profughi di Nuseirat, supportando Israele con intelligence e tecnologia avanzata.