
L’assessore regionale Mammi: “Pessimo segnale che rischia di azzerare quel che è stato fatto”
REGGIO EMILIA – La maggioranza di Governo ha bocciato il subemendamento che richiedeva l’intesa della Regione Emilia-Romagna nella scelta del commissario alla diga di Vetto. Per l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi “una bocciatura che rappresenta un pessimo segnale, perché l’invaso di Vetto è un’opera molto rilevante per i territori interessati e così si esautorano la Regione, gli enti locali e anche le bonifiche dell’Emila Centrale e di Parma, che fino ad oggi hanno lavorato e stanno lavorando alla redazione del Docfap che sarà pronto in primavera”.
Continua Mammi: “Ricordo che tali studi sono stati finanziati grazie all’impegno anche della Regione che ha reperito le risorse presso il precedente Governo Draghi, e attraverso propri fondi per 300.000 euro. Nominare una figura esterna senza l’intesa rende ancora più pericoloso il proseguimento del percorso perché rischia di azzerare quanto fatto, invece che accelerare il percorso”. Dunque, “l’auspicio è che il commissario che verrà individuato, che riceverà un compenso di 250.000 euro in due anni, sia una figura di grande competenza in primis dal punto di vista tecnico, e non una scelta condizionata da logiche di appartenenza partitica”.
L’assessore non può poi fare a meno di rilevare che “stiamo assistendo con sempre più frequenza alla nomina di commissari per qualsiasi problema si deve affrontare, solo in Emilia-Romagna ce ne sono già cinque e questo sarebbe il sesto con cui dovremo relazionarci”.
Dunque “concordo che in alcune situazioni la nomina possa essere utile per accelerare norme ordinarie e velocizzare gli interventi, ma quando si registra un numero così alto di commissari che sostituiscono le strutture ordinarie comportando dei costi aggiuntivi, è lecito chiedersi quale ruolo svolgano le stesse, a partire dal Governo, i ministri e sottosegretari e i tanti dirigenti delle strutture ministeriali, così come se se questa scelta ripetuta, non rappresenti una scorciatoia per non gestire in prima persona le opere e i progetti da realizzare”, conclude Mammi.