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Il Pil reggiano è cresciuto solo dello 0,4% nel 2024

6 febbraio 2025 | 12:28
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Il Pil reggiano è cresciuto solo dello 0,4% nel 2024

Un risultato al di sotto delle previsioni di fine ottobre 2024, quando si ipotizzava un +0,9%: male il comparto dell’industria a -2%

REGGIO EMILIA – E’ positivo, seppure con risultati inferiori rispetto a quelli previsti ancora alla fine dell’ottobre scorso, il bilancio dell’economia reggiana relativo al 2024.

Le prime stime della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati degli Scenari di previsione dell’Osservatorio Prometeia, infatti, parlano di un Pil in crescita dello 0,4%; un risultato, come si è detto, al di sotto delle previsioni di fine ottobre 2024, quando si ipotizzava un +0,9%, ma comunque in linea con il dato regionale +0,5% e quello nazionale +0,4%.

Ad influenzare il rallentamento della crescita sono state le difficoltà che hanno riguardato, in particolare, il mondo dell’industria, con un saldo stimato nel -2% e in peggioramento rispetto al -1,5% previsto ad ottobre.

Anche per il 2025, peraltro, le previsioni parlano di un dato negativo, con un -0,2% che rimanda la ripresa al 2026, anno in cui è previsto un aumento dell’1,6%.

Al saldo positivo del 2024, dunque, hanno concorso le costruzioni (stimate in crescita del 3,6% nel 2024, ma in calo nel 2025, con un -2,1%), l’agricoltura (aumento del Pil del 6,2%, con problemi rinviati al 2025, quando si dovrebbe registrare un –2,1%), e i servizi, con un aumento dell’1,2%, e una sostanziale replica (+1,1%) prevista per il 2025.

In ripresa, sempre quest’anno, sono previste le esportazioni, per le quali si ipotizza un +3,7% che, comunque, non basterà a compensare la perdita (stimata in un -7,7%) avvenuta nel 2024.

Nonostante la fase delicata dell’industria, a fronte dell’aumento complessivo del Pil reggiano, anche il reddito disponibile per le famiglie è stimato in aumento nel 2024 del 4,4%, con un +3,2% previsto anche nel 2025.

“Quello relativo al 2024 – sottolinea il presidente della Camera di Commercio dell’Emilia, Stefano Landi – è un dato molto significativo, perché corrisponde in buona misura all’aumento del reddito reale. L’aumento medio complessivo dei prezzi al consumo, infatti, è stato dello 0,9%, e sebbene alcune spese abituali delle famiglie siano aumentate in misura maggiore (gli affitti reali, ad esempio, cresciuti del 3,6%), i redditi non sono stati completamente erosi dall’inflazione, come invece era accaduto nel 2022”.

“Ora – conclude Landi – è evidente che vanno tenuti sotto osservazione soprattutto i costi energetici, che sono stati sostanzialmente gli unici ad aver fatto segnare una diminuzione nel 2024; proprio questi, fra i primi, potrebbero infatti accrescere le difficoltà dell’industria ed incidere negativamente anche sui redditi reali delle famiglie”.

I dati del 2024, infine, parlano di un buon andamento del mercato del lavoro, con l’occupazione stimata del 2% e prevista in crescita dell’1,1% anche nel 2025.