Istituti tecnici, iscrizioni in calo: crescono licei e professionali

La Provincia è preoccupata: “Le imprese richiedono giovani con competenze”
REGGIO EMILIA – Nonostante le imprese abbiano sempre più bisogno di tecnici, a Reggio Emilia calano i giovani che decidono di formarsi come tali in una delle scuole dedicate. Dai primi dati sulle iscrizioni che si sono chiuse il 10 febbraio esaminati dalla Provincia, emerge infatti un allargamento della forbice tra licei e istituti tecnici, che l’anno scorso risultavano praticamente in equilibrio.
In dettaglio ha scelto un indirizzo liceale il 40,6% dei ragazzi (l’anno scorso erano il 38,5%) e un indirizzo tecnico il 34,3% (in significativa diminuzione rispetto al 38,4% del 2024). Gli indirizzi professionali, infine, sono stati scelti dal 25,1% dei ragazzi (in aumento di due punti percentuali). Le iscrizioni alle scuole secondarie di secondo grado statali pervenute sono state in totale 4.424, pari al 90% dei 4.986 alunni delle terze medie, oltre 200 in meno rispetto allo scorso anno.
“Ci preoccupa il calo di iscrizioni registrato dagli istituti tecnici, in controtendenza con le richieste del nostro tessuto produttivo, nonostante il grande lavoro in fase di orientamento e soprattutto dopo lo sforzo fatto da questi istituti di implementazione di laboratori all’avanguardia finanziati grazie al Pnrr”, commenta la vicepresidente della Provincia con delega all’Istruzione Francesca Bedogni.
“Speriamo che questi investimenti si traducano nel tempo in un recupero di appetibilità di questi istituti così importanti per il nostro territorio”, aggiunge Bedogni. Sulla stessa linea il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Reggio Emilia Paolo Bernardi, che fa però notare come “il calo di quattro punti nella percentuale degli alunni che hanno scelto un istituto tecnico è in parte compensato dall’aumento di due punti percentuali di chi si è iscritto all’istruzione professionale, segno che, nella sostanza, tengono i corsi di studi finalizzati all’acquisizione delle competenze che sono più immediatamente spendibili nelle imprese di questa provincia”.
L’anno prossimo, aggiunge Bernardi, “bisognerà lavorare con più determinazione per convincere gli istituti tecnici e professionali di questo territorio a mettere a disposizione anche degli alunni reggiani l’opzione della filiera tecnologica “4+2″, che ancora per quest’anno non è stata attivata da nessuna scuola, e che invece potrebbe, in collegamento stretto con gli ITS, rilanciare il settore”.