La Cisl a Seta: “Per il rilancio vero servono 4 milioni per il personale2

7 febbraio 2025 | 16:49
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La Cisl a Seta: “Per il rilancio vero servono 4 milioni per il personale2

Maurizio Denitto, della Fit-Cisl di Modena: “Per portare dentro nuovi autisti e bloccare la vergogna dei turni massacranti che denunciamo da sempre”

REGGIO EMILIA – A Seta “servono circa quattro milioni, necessari per un contratto che fermi l’esodo degli autisti, porti dentro nuovo personale e blocchi la vergogna dei turni massacranti che denunciamo da sempre, appioppati in numero maggiore agli assunti dopo il 2012”.

Lo afferma Maurizio Denitto, leader della Fit-Cisl di Modena, il giorno dopo l’incontro in cui il Cda dell’azienda ha presentato ai soci pubblici dei tre bacini serviti (Modena, Piacenza e Reggio Emilia) la bozza del piano di rilancioda attuare nel prossimo biennio. De Nitto insiste sulla condizione dei conducenti: “Ragazzi che si fanno gli spezzati da 12-13,5 ore per incassare 1.200-1.300 euro al mese. E se vogliono qualcosa di più devono correre come pazzi con gli straordinari. Se finirà questa follia, Seta ripartirà, dobbiamo crederci tutti”. Per il sindacalista, è però intanto positivo che “i Comuni e le Province socie non hanno intenzione di svendere Seta e non c’è l’intenzione di accettare gratis imposizioni sulla nuova forma societaria”.

Su questo punto, cioè quello della creazione di una holding regionale del tpl, la Cna Fita di Modena rivendica invece un ruolo di primo piano anche per gli operatori privati, che già oggi sostengono il pubblico coprendo oltre un terzo delle tratte. “E’ tempo che la Regione e soprattutto i Comuni valorizzino questa nostra presenza sul territorio attribuendo pari dignità alle imprese private nel confronto con le aziende pubbliche. Infatti, è piuttosto evidente che il sistema pubblico da solo non regge”, afferma il responsabile provinciale modenese Franco Spaggiari.

“Le imprese private- aggiunge- possono contribuire a renderlo più efficace ed efficiente solo se sarà consentito loro di uscire da un ruolo di subalternità nel quale sono state confinate in alcuni territori”. Per questo, “chiediamo che i privati abbiano un ruolo centrale nelle società operative territoriali (Sot) previste dal piano industriale della nuova holding regionale”. Ogni “indirizzo politico ed operativo che vada in una direzione diversa ci vede fermamente contrari”, avvisa infine Spaggiari.