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Rissa allo stadio, una madre con la figlia: “Un inferno”

23 febbraio 2025 | 12:33
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Rissa allo stadio, una madre con la figlia: “Un inferno”

“Abbiamo visto arrivare una cinquantina di uomini, incappucciati, vestiti di nero. Ci siamo rifugiate dentro e poi sono volate sedie e bottiglie”. Bulli portati in questura e salvati dal linciaggio. Indagini in corso

REGGIO EMILIA – “Eravamo davanti all’ingresso principale de I Petali quando abbiamo visto arrivare, correndo, una cinquantina di uomini urlanti, vestiti di nero, tutti incappucciati. Ho preso per mano mia figlia e siamo scappate all’interno. C’era gente, intorno a noi, che è caduta correndo, bambini che piangevano. Non so se fossero tifosi, o meno. Erano tutti vestiti di nero e non avevano niente di granata. Volevano entrare, ma, per fortuna, le guardie hanno bloccato gli ingressi. Sono volate sedie, bottiglie e c’era chi usava le cinture contro le vetrate dell’ingresso. Era l’inferno”.

E’ la testimonianza, rilasciata a Reggio Sera, da una madre che, con la figlia, stava andando al cinema ai Petali e si è trovata nel bel mezzo di una rissa scoppiata fra una baby gang, che da tempo frequenta quel luogo, e i tifosi del gruppo Vandelli. Un pomeriggio di ordinaria follia dovuto alle solite provocazioni di un gruppo di giovani, di origine straniera e italiani di seconda generazione, che hanno prima provocato gli ultras reggiani e poi hanno colpito al volto una tifosa granata. Da lì è scoppiato l’inferno.

Un gruppo di tifosi ha tentato di rincorrere i responsabili, che si sono rifugiati all’interno del centro commerciale I Petali. Tuttavia, il confronto è riesploso poco dopo lungo il corridoio esterno che costeggia i Distinti, dando vita a un violento scontro fisico con calci e pugni, sotto gli occhi delle forze dell’ordine già presenti per il servizio di sicurezza dello stadio.

Sul posto è intervenuta la polizia che ha sedato la rissa e identificato le persone da ambedue le parti, ma quello che è successo ha ancora contorni confusi. Alcuni ragazzini sono stati portati in questura, sopratutto per evitare che venissero linciati dai tifosi. Lì sono stati identificati, a fatica, perché spesso sono senza documenti. Per ora non ci sono state denunce. La polizia si sta avvalendo delle telecamere di sorveglianza presenti in zona per capire se il colpo subito in faccia dalla donna, da parte di un ragazzino che passava in monopattino, sia fortuito o voluto.

Per fortuna non ci sono ferite da armi da taglio e nessuno è stato portato all’ospedale. La polizia ha fatto chiudere le porte dei Petali evitare che, all’interno, si verificassero aggressioni e danneggiamenti. E’ stata anche danneggiata un’auto in via delle Ortolane, ma non è chiaro se questa vicenda sia collegata alla rissa dei Petali.