
Lo confermano i risultati del monitoraggio effettuato da Arpae nei primi giorni dell’evento con campionatori ad alto volume
REGGIO EMILIA – L’incendio del 10 febbraio scorso che ha coinvolto gli stabilimenti Quanta e Inalca di Reggio Emilia non ha disperso nell’aria sostanze nocive per la salute. Anche se non ancora completi, lo confermano i risultati del monitoraggio effettuato da Arpae nei primi giorni dell’evento con campionatori ad alto volume, strumenti che servono per analisi di lunga durata e in grado di filtrare grandi volumi d’aria.
Quanto emerso dai dati delle stazioni fisse di rilevamento (la più vicina all’incendio si trova a circa 1,5 chilometri di distanza in linea d’aria) “non ha evidenziato variazioni nelle concentrazioni degli inquinanti che possano essere riconducibili all’evento”, spiega Arpae.
“Tutti i valori degli inquinanti rilevati sono al di sotto dei limiti di legge e in linea con le concentrazioni tipiche del periodo”, aggiunge l’agenzia regionale per l’ambiente. L’unico aspetto evidenziato dal campionamento è stato un “modesto incremento delle concentrazioni nelle ore a ridosso dell’incendio”.
Anche l’Ausl di Reggio Emilia tranquillizza evidenziando che “da una prima valutazione dei dati a disposizione non risultano richieste di assistenza sanitaria per sintomatologia irritativa o infiammatoria, presumibilmente in ragione della durata relativamente breve della fase emergenziale e delle indicazioni fornite (mantenere le finestre chiuse e non svolgere attività all’aperto in prossimità della zona interessata)”.
Inoltre “trattandosi di esposizione di breve durata, per di più in assenza del congenere tetraclorodiossina, cancerogeno, è improbabile che si verifichino effetti cronici nocivi sulla salute delle persone”. Secondo Arpae e Ausl (che continueranno a monitorare la situazione) le uniche misure da adottare sono il lavaggio accurato di frutta e verdura eventualmente coltivata in area prossima all’incendio e l’areazione degli ambienti.