
La Procura ha aperto un’inchiesta per far luce sulle cause del devastante incendio che ha colpito il polo produttivo
REGGIO EMILIA – La Procura ha aperto un’inchiesta per far luce sulle cause del devastante incendio che ha colpito il polo produttivo. Al momento, gli investigatori della questura non hanno raccolto elementi che indichino una matrice dolosa, mentre tutto lascia supporre che il rogo sia di natura accidentale, probabilmente partito da un locale tecnico.
Emergenza amianto: rischio per la salute
Un ulteriore allarme, come riporta Il Resto del Carlino, è stato lanciato dopo una ricognizione aerea con droni, che ha evidenziato la presenza di eternit su alcune coperture dei fabbricati distrutti dalle fiamme. Il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, Antonio Annecchini, ha segnalato la situazione ad Arpae, che procederà con campionature e analisi. Se fosse confermata la presenza di amianto, lo smantellamento dell’area richiederà procedure speciali per evitare la dispersione di fibre tossiche, particolarmente pericolose vista la vicinanza di un asilo e un liceo.
Preoccupazioni per il lavoro: sindacati chiedono la cassa integrazione
Oltre ai rischi ambientali, cresce la preoccupazione per il futuro di circa 400 lavoratori impiegati nei due stabilimenti colpiti. I sindacati sollecitano l’attivazione immediata della cassa integrazione.
Inalca, che sabato incontrerà i suoi 180 dipendenti in assemblea, ha annunciato l’avvio della procedura per gli ammortizzatori sociali e la ricollocazione di alcuni lavoratori negli stabilimenti di Piacenza e Pegognaga. Anche Quanta Stock&Go, che impiega circa 200 persone tra dipendenti diretti e lavoratori in appalto, ha optato per la messa in ferie dei lavoratori fino a venerdì, in attesa di definire i criteri della cassa integrazione.
Blocco della produzione per GranTerre
Anche lo stabilimento di GranTerre, che non è stato intaccato dalle fiamme, ha dovuto interrompere la produzione per il secondo giorno consecutivo per motivi di sicurezza.