
In un camion nella zona industriale del paese: per un valore economico di 25 milioni di euro. Tre corrieri arrestati
RUBIERA (Reggio Emilia) – Oltre 172 chili di cocaina sequestrati in a Rubiera, del valore economico stimato di più di 25 milioni di euro, e tre corrieri arrestati. Questo il bilancio di un’operazione portata a termine giovedì scorso dalle Squadre mobili di Bologna e Modena, illustrata poco fa in conferenza stampa in Questura a Bologna dal dirigente della Squadra mobile bolognese Roberto Pititto, dal dirigente della Mobile modenese Mario Paternoster e dal commissario capo Michele D’Alonzo, responsabile della Prima sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile del capoluogo emiliano.
All’origine dell’operazione, spiegano i tre, c’è uno scambio di informazioni tra le Forze di Polizia italiane e albanesi, con queste ultime che hanno segnalato il probabile arrivo in Italia, in provincia di Modena, di un’auto sospetta. Da lì sono partiti gli accertamenti delle Squadre mobili bolognesi e modenesi, che il 5 febbraio hanno intercettato l’auto, una Renault Captur con a bordo un uomo e una donna, poi risultati essere fratello e sorella (nati rispettivamente nel 2004 e nel 1997 e incensurati), a Trieste.
Il giorno dopo i due sono partiti per raggiungere l’Emilia-Romagna, pedinati dagli agenti, e si sono fermati nella zona industriale di Rubiera, dove poi è arrivato un camion guidato da un altro albanese, nato nel 1982 e a sua volta incensurato. Il camionista ha prima lasciato il carico legale che trasportava in un’azienda della zona industriale, e dopo qualche minuto è sceso dal mezzo e ha consegnato una busta rigida gialla e voluminosa ai due fratelli. A quel punto gli agenti hanno bloccato i tre, scoprendo che nella busta “erano presenti 15 involucri a forma di parallelepipedo, contenenti 16,35 chili di cocaina”.
La perquisizione è stata poi estesa al camion, dove sono stati trovati gli altri 156 chili di droga, suddivisi in 145 panetti contrassegnati da tre diversi loghi, a seconda della qualità della sostanza. In particolare, i panetti erano stati nascosti “in un vano ricavato al di sotto di assi in legno, e altri erano stati occultati all’interno delle stesse assi”. A quanto hanno appreso gli investigatori, che ora sono al lavoro per ricostruire l’organizzazione criminale, il camion era partito da Madrid, ma trattandosi di un mezzo vecchio e privo di Gps non è stato possibile capirne con esattezza gli spostamenti. I tre arrestati sono stati portati in carcere a Reggio Emilia, su disposizione della Procura reggiana.