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Seta, i sindacati: “Le dimissioni degli autisti continuano”

10 febbraio 2025 | 12:50
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Seta, i sindacati: “Le dimissioni degli autisti continuano”

Filt-Cgil e Faisa-Cisal non hanno letto il piano e auspicano “che ci siano le risorse utili alla contrattazione, senza le quali il tavolo di trattativa si fermerà”

REGGIO EMILIA – In Seta “le dimissioni non accennano ad arrestarsi e l’Azienda sta ricorrendo a pratiche di incentivazione per cercare di trattenere i pensionandi o i già pensionati, pratica questa che non condividiamo”. Lo denunciano i sindacati Filt-Cgil e Faisa-Cisal di Reggio Emilia che, pur apprezzando l’annuncio di un piano di rilancio per l’azienda, non esprimono pareri prima di averlo letto. E, soprattutto, auspicano “che ci siano le risorse utili alla contrattazione, senza le quali il tavolo di trattativa si fermerà”.

A questo proposito “per completare il percorso contrattuale di secondo livello per tutti i lavoratori di Seta e per un serio e durevole piano di rilancio della contrattazione servono almeno un milione di euro aggiuntivo ai già 600.000 stanziati dall’azienda”, avvisano Filt e Faisa. Che non condividono poi l’ottimismo dell’azienda e dell’assessore comunale alla Mobilità Carlotta Bonvicini su un ritorno del personale ai livelli pre Covid entro l’anno. Per i sindacati, invece, “lo stillicidio delle dimissioni non si arresterà, con buona pace di chi si augura di poter tornare ad organico pieno e corse autobus ripristinate a settembre 2025”.

Su questo fronte, “restiamo in attesa di vedere maturare i frutti delle academy, che come già detto in passato sfornano un autista ogni sette-nove mesi”. Le sigle sottolineano infine: “Negli ultimi incontri abbiamo assistito al ritorno ad un vecchio schema in Seta, per cui i territori, anche a volte perché applicano accordi diversi, non riescono a trovare una sintesi che sia utile al dialogo unitario”. Per questo “certamente da parte aziendale serve una più alta capacità di sintesi nelle relazioni industriali, perché se davvero si vuole esercitare il cambiamento serve che sia l’azienda stessa il primo attore in scena”, concludono Filt e Faisa.