Turchia, Ocalan chiede di sciogliere il Pkk: “È il momento della pace”

L’annuncio, arrivato con un messaggio del leader incarcerato del Partito dei lavoratori del Kurdistan: “Deponiamo le armi”
ISTANBUL – Un appello storico per la pace in Turchia. Abdullah Ocalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), ha chiesto ufficialmente lo scioglimento del gruppo e la fine della lotta armata. Il messaggio, letto in curdo dall’ex sindaco di Mardin Ahmet Turk durante una conferenza stampa a Istanbul, segna una svolta cruciale in un conflitto che dura da oltre 40 anni e che è costato la vita a circa 50.000 persone.
Ocalan, detenuto dal 1999 nel carcere di massima sicurezza dell’isola di Imrali, ha dichiarato: “Tutti i gruppi devono abbandonare le armi, il Pkk deve sciogliersi. Mi prendo la responsabilità di questo appello”. Ha inoltre ringraziato chi ha sempre creduto nella convivenza pacifica tra turchi e curdi e ha invitato il Pkk e gli altri gruppi armati a convocare un congresso per sancire la fine della lotta armata.
Il ruolo di Erdogan e il contesto politico
L’appello di Ocalan arriva in un momento delicato per la politica turca. Il leader curdo ha sottolineato che la sua decisione è una risposta alla “volontà di pace” espressa dal presidente Recep Tayyip Erdogan e dal suo alleato Devlet Bahceli, leader del partito nazionalista Mhp. “Le condizioni create da Bahceli e la determinazione di Erdogan hanno reso inevitabile il mio appello alla fine delle ostilità”, ha scritto Ocalan.
Secondo gli analisti politici, il processo di pace potrebbe rientrare in una più ampia strategia di Erdogan per ottenere il sostegno del partito filo-curdo Dem (ex Hdp). La Costituzione turca attuale non consente la sua ricandidatura, ma una riforma costituzionale, possibile solo con l’appoggio del Dem in Parlamento, potrebbe aprire nuove possibilità per il presidente turco.
Incognite e ostacoli al processo di pace
Nonostante l’influenza di Ocalan sul Pkk, restano delle incognite. La leadership del gruppo potrebbe accogliere il suo appello, ma alcune fazioni interne potrebbero opporsi. Inoltre, mentre il governo turco mostra segnali di apertura, continua la repressione contro l’opposizione curda: arresti di giornalisti e politici, commissariamenti dei sindaci curdi eletti e stretta sulle libertà politiche.
Intanto, i rappresentanti del partito Dem hanno incontrato anche l’ex leader del partito Selahattin Demirtas, detenuto in carcere, e si sono recati in Iraq per colloqui con i leader curdi. Gli sforzi diplomatici proseguono, ma la strada verso la pace resta incerta.
Un conflitto lungo 40 anni
Fondato da Ocalan nel 1978, il Pkk ha avviato un’insurrezione armata nel sud-est della Turchia nel 1984. Il gruppo è considerato un’organizzazione terroristica da Turchia, Unione Europea e Stati Uniti. I precedenti tentativi di negoziati si erano conclusi con un fallimento, l’ultimo nel 2015.
Ora, con un nuovo tentativo di dialogo, si apre uno spiraglio per una svolta storica. Resta da vedere se il governo turco e il Pkk saranno davvero pronti a chiudere definitivamente un capitolo segnato da decenni di violenze e tensioni.