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Zona rossa a Reggio Emilia, sicurezza o soluzione temporanea?

8 febbraio 2025 | 18:27
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Zona rossa a Reggio Emilia, sicurezza o soluzione temporanea?

Lista Civica per Reggio Emilia: “Finalmente una risposta concreta ai problemi del centro storico”. Rec: “”Non si possono affrontare problemi complessi con soluzioni semplicistiche dal tono roboante”

REGGIO EMILIA – La recente istituzione della cosiddetta “zona rossa” nel centro di Reggio Emilia, voluta dal prefetto e sostenuta dal ministro Piantedosi, ha aperto un acceso dibattito. Mentre alcuni vedono il provvedimento come una risposta concreta al degrado e alla microcriminalità, altri temono che si tratti di una soluzione temporanea e insufficiente.

Gli avvocati Giovanni Tarquini e Carmine Migale, consiglieri comunali della Lista Civica per Reggio Emilia e membri dell’Associazione Reggio Civica, hanno espresso il loro parere in merito. “Finalmente una risposta concreta ai problemi del centro storico,” affermano, sottolineando come da tempo il loro gruppo civico denunci la presenza di persone dedite a comportamenti molesti o illeciti.

Dal loro punto di vista, la percezione di maggiore sicurezza è uno degli aspetti più positivi dell’ordinanza. Controlli frequenti e regole più rigide potrebbero infatti scoraggiare comportamenti illeciti e garantire interventi tempestivi da parte delle Forze dell’Ordine. Tuttavia, i due avvocati avvertono che una misura del genere può funzionare solo se inserita in una strategia più ampia. “La nostra città ha bisogno di forti investimenti sulla sicurezza, non di cure palliative,” spiegano.

Secondo Tarquini e Migale, uno dei rischi principali è che il provvedimento finisca per spostare il problema altrove, anziché risolverlo. “Difficile immaginare che le persone allontanate non continuino ad avere le stesse condotte anche fuori dalla zona vietata,” sostengono, aggiungendo che è essenziale garantire un controllo efficace per evitare che gli stessi soggetti ritornino nelle aree interdette.

Una soluzione proposta dai consiglieri civici è l’aumento del personale delle Forze dell’Ordine e il potenziamento della Polizia Locale, con l’introduzione di figure come gli agenti di quartiere per presidiare il territorio in modo costante. Inoltre, è fondamentale un raccordo costante tra le autorità giudiziarie per assicurare che chi commette reati venga arrestato o, se straniero irregolare, espulso.

Non mancano critiche all’approccio esclusivamente repressivo. Federica Zambelli, esponente di REC e presidente dell’associazione Città Migrante, ha espresso perplessità sul provvedimento, sostenendo che spostare le problematiche nelle aree circostanti complichi l’intervento dei servizi sociali e amplifichi i disagi. “Non si possono affrontare problemi complessi con soluzioni semplicistiche dal tono roboante,” ha affermato, evidenziando la necessità di un approccio più articolato.

In questo scenario, gli osservatori concordano sull’importanza di misure strutturali come la riqualificazione urbana e il supporto sociale alle fasce più fragili della popolazione. “Serve una strategia che affronti la complessità dei problemi, non solo repressione ma anche prevenzione,” ribadiscono rappresentanti delle associazioni locali.