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Area ex Fiere, scontro fra Civici e il Pd

20 marzo 2025 | 17:21
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Area ex Fiere, scontro fra Civici e il Pd

Tarquini e Migale attaccano le scelte amministrative, ma il Pd ribatte: “Visione urbanistica chiara e interesse generale”

REGGIO EMILIA – La vicenda della cessione dell’area delle ex Fiere di Reggio Emilia continua a suscitare dibattiti e polemiche. Da un lato, gli avvocati Giovanni Tarquini e Carmine Migale, consiglieri comunali della Lista Civica per Reggio e dell’associazione Reggio Civica, denunciano una gestione poco trasparente e politicamente sbagliata della questione. Dall’altro il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Riccardo Ghidoni, difende le scelte dell’amministrazione, evidenziando una strategia di pianificazione urbanistica di lungo periodo.

Tarquini e Migale parlano di una “pagina triste e oscura” per la città, sottolineando come le decisioni prese abbiano portato alla scomparsa di un’importante realtà fieristica. Secondo i due consiglieri, “con un’opportuna collaborazione con i poli fieristici di Parma, Modena e Bologna, sarebbe stato possibile rilanciare il settore a Reggio Emilia”.

La vendita dell’area per poco più di 6 milioni di euro viene criticata aspramente: una cifra considerata “insufficiente a soddisfare interamente i creditori e che stride con la successiva vendita a Max Mara per la realizzazione del Polo della Moda a un prezzo quasi doppio”. Tarquini e Migale chiedono quindi maggiore chiarezza sulle responsabilità della precedente amministrazione e suggeriscono al sindaco Massari di fare luce sulla questione, a partire dal suo attuale vice Lanfranco De Franco, che all’epoca era assessore con deleghe su Patrimonio e Tributi.

Il capogruppo del Pd, Riccardo Ghidoni, respinge le accuse e difende la linea di condotta dell’amministrazione comunale. Viene ricordato che, dal 2015, i terreni delle ex Fiere erano sotto la gestione di un liquidatore nominato dal Tribunale, il quale ha organizzato le aste giudiziarie. In un contesto economico difficile, la politica ha ritenuto inopportuno intervenire con una variante urbanistica che avrebbe potuto influenzare il mercato immobiliare con conseguenze giuridiche incerte.

Inoltre, secondo Ghidoni, era inappropriato destinare l’area a funzioni commerciali e logistiche, come suggerito da alcune forze politiche, in quanto ciò avrebbe snaturato la pianificazione urbanistica della città. La decisione di attrarre investimenti con “forte valore aggiunto” è stata inserita nel nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG) attraverso un percorso partecipativo e una discussione pubblica durata anni.

Il PD attacca anche Fratelli d’Italia, accusandola di diffondere “cultura del sospetto” e di sostenere una visione speculativa dell’area. Secondo l’amministrazione, la vendita a Max Mara rappresenta un’opportunità per la città, portando occupazione, innovazione e servizi, configurandosi come il più grande investimento privato mai realizzato a Reggio Emilia.