
La vicecapogruppo Carbognani: “Da Fdi sospetti e illazioni, perché sono senza argomenti”
REGGIO EMILIA – Il Partito democratico di Reggio Emilia interviene in difesa del presidente delle Farmacie comunali ed ex capogruppo dei dem in sala del Tricolore fino al 2019 Andrea Capelli, finito nel mirino di Fratelli d’Italia. Contro di lui il gruppo consiliare del partito di Giorgia Meloni ha in particolare presentato due esposti: uno all’Anac sulla presunta irregolarità della sua nomina e uno all’ispettorato del lavoro, che ha poi trasmesso il fascicolo alla Procura, per anomalie nei redditi percepiti dall’ammistratore pubblico.
La replica all’opposizione arriva da Luisa Carbognani vicecapogruppo del Pd e presidente della commissione Servizi Sociali del Comune che commenta: “È sconfortante vedere il primo gruppo di opposizione concentrarsi su attacchi personali e illazioni, anziché impegnarsi in un confronto costruttivo su progettualità utili per i cittadini”.
Carbognani ribadisce quindi che le nomine delle partecipate “sono effettuate nel pieno rispetto delle normative vigenti” e che “la trasparenza non è mai stata un problema e non lo sarà in futuro”. Inoltre “i risultati ottenuti dalle Farmacie Comunali Riunite sotto la guida di Capelli parlano da soli: un incremento del valore della produzione (+10%), un margine commerciale in crescita (+11%) e un aumento dell’occupazione con 285 dipendenti attivi (+5%). Questi sono i numeri che contano, perché rappresentano risorse reinvestite in servizi sociali fondamentali per anziani, disabili e bambini”.
Per la dem “alimentare la sfiducia nelle istituzioni attaccando la gestione di un’azienda che funziona indubbiamente bene, è pericoloso in quanto va oltre il giustizialismo, creando sospetti ed invocando giustizia laddove non ne esistono nemmeno i fondamenti. Un approccio che non giova a nessuno, né ai cittadini né al confronto politico della città”.
Infine “ci chiediamo come possa un partito che a livello nazionale difende situazioni ben più controverse, come quelle legate ad alcuni ministri del proprio Governo, avere la credibilità per attaccare l’amministrazione locale su questioni già chiarite”, conclude Carbognani.