
Dopo il gol di Vergara al 3’, i neroverdi dilagano con Mulattieri (15’), autogol di Reinhart (18’), Laurientè (36’) e Boloca (38’). Verdi fa cinquina su rigore al 40’ della ripresa
REGGIO EMILIA – Sotto il cielo gravido di un destino inesorabile, la Reggiana si presenta come un’ombra silente, priva della forza che un tempo ardeva nei suoi cuori, lontana da quella fierezza che l’aveva contraddistinta. Ogni suo passo sul campo appare incolore, privo di passione, come se il vigore stesso della sua essenza fosse svanito nel nulla (foto Bucaria).
Il Sassuolo, al contrario, si erge in tutta la sua maestà, dominando il terreno di gioco con la disinvoltura e la determinazione di un sovrano che non conosce rivali. Le sue azioni, precise e imperiose, si susseguono come la scrittura di un destino che non lascia spazio a illusioni di resistenza. In questo teatro, dove la lotta dovrebbe infiammare gli animi, la squadra granata sembra soccombere alla propria apatia, mentre i nero-verdi, come divinità implacabili, imprimono la loro superiorità con l’ineluttabilità di un fato che nessuna speranza può fermare.
Ai microfoni dei giornalisti mister Viali commenta così la partita: “È difficile spiegare un risultato del genere. Abbiamo commesso degli errori gravi che hanno influito sull’esito finale. Non dovevano accadere, ma purtroppo si sono verificati. La responsabilità è mia. Difenderò sempre i miei giocatori. Se fosse stato un problema di paura, non avremmo vissuto certi momenti difficili. Cinque reti sono difficili da digerire, ma posso affermare con certezza che il nostro obiettivo resta invariato: la salvezza è a portata di mano.”
Primo tempo
Prima ancora che l’acuto fischio dell’arbitro risuoni nell’aria, si dispiega un’atmosfera mai vista, un clima di disincanto che avvolge l’intero impianto. Un silenzio surreale, carico di significati e simboli, ondeggia tra le mura dello stadio, frutto di una decisione irrevocabile da parte dei tifosi granata che hanno scelto di non entrare sugli spalti, ma di manifestare la loro protesta al di fuori dell’arena sportiva. Nonostante l’assenza fisica, la loro presenza aleggia, inespugnabile, sopra ogni angolo del terreno di gioco. Volgendo lo sguardo al palcoscenico verde dove si scriveranno le sorti dell’incontro: il gioco prende vita già al terzo minuto quando Vergara posa delicatamente il piede sulla sfera e compie l’incantesimo.
Una stoccata millimetrica, precisa come la penna di un poeta, trafigge l’estremo difensore nero-verde. La risposta del Sassuolo, però, non si fa attendere. L’assalto in successione di Laurientè, Volpato e Berardi impatta contro il muro granitico granata. Tuttavia, come un fulmine che squarcia il cielo plumbeo, al quindicesimo minuto Mulattieri, trovatosi nel momento giusto e nel posto giusto, compie una pirouette da artista sopraffino volta a ingannare Bardi, riportando il destino dell’incontro in perfetta parità.
Il Sassuolo come un predatore che avverte la debolezza della sua preda, colpisce ancora. In un battito d’ali, un’autorete di Reinhart (che nel vano tentativo di anticipare Mulattieri finisce per trafiggere la propria squadra) riporta i ramarri in vantaggio. La Reggiana, scossa e tramortita dal colpo inferto, sembra incapace di reagire, mentre il Sassuolo aumenta i giri del motore, condannando gli avversari a una lenta, inesorabile resa. Poi, come se non bastasse, il destino gioca un’altra carta. Il disimpegno suicida di Libutti, un errore imperdonabile, regala a Berardi la possibilità di lanciare il contropiede. E Laurientè, come una freccia scoccata dalla mano di un arciere divino, vola verso la porta avversaria infilando il diagonale che vale il tris. Ma la sofferenza per la Reggiana non finisce qui: in un susseguirsi di avvenimenti che assomigliano a un tormentoso incubo, Boloca, con la grazia di un alchimista, trasforma in oro l’assist di Toljan mandando in frantumi ogni speranza granata. Il Sassuolo si erge come un incubo implacabile, un’ombra che non abbandona mai il cuore della Reggiana.
Secondo tempo
Il tecnico Viali ricorre alle sostituzioni nel vano tentativo di infondere significato in una partita ormai priva di respiro. Tuttavia, tale significato stenta a manifestarsi, poiché gli uomini guidati da mister Grosso, in un’apatia quasi eterea, gestiscono il gioco in un eterno surplace. Un modus operandi volto a preservare le forze, come se ogni azione fosse concepita per risparmiare energie vitali per future, più ardue battaglie. Merita menzione, per dovere di cronaca, il rientro sul verde manto di Rozzio, il quale mancava dal lontano novembre a causa di un infortunio osteo-legamentoso alla caviglia sinistra rimediato nel corso della partita contro il Catanzaro.
Eppure, l’angoscia pervade il campo: Lucchesi, nel cuore della propria area di rigore, abbatte Moro. Il direttore di gara, senza indugi, decreta il penalty. Sul dischetto si presenta Verdi: pallone da una parte, portiere dall’altra. È il quinto sigillo volto a convalidare una condanna senza appello. Non viene concesso alcun minuto di recupero per non infierire ulteriormente su una sofferenza che ormai ha raggiunto il suo apice. La Reggiana matura una debacle, frutto di una prestazione impalpabile, che la porta a precipitare in piena zona retrocessione. Ora occorre ritrovare lo spirito indomito della guerra per affrontare con tenacia la Cremonese nell’incontro di venerdì 4 aprile tra le sacre mura del ‘Città del Tricolore’.
Il tabellino
U.S. SASSUOLO CALCIO – A.C. REGGIANA 1919: 5 – 1
Marcatori: 3’ Vergara (R), 15’ Mulattieri (S), 18’ Reinhart (autorete), 36’ Laurientè (S), 38’ Boloca (S), 85’ Verdi (S).
U.S. SASSUOLO CALCIO (4-2-3-1): Moldovan; Toljan, Romagna, Lovato, Pieragnolo (dal 79’ Paz); Ghion (dal 57’ Lipani), Boloca; Berardi (dal 74’ Verdi), Volpato (dal 57’ Obiang), Laurientè; Mulattieri (dal 57’ Moro). A disposizione: Satalino, Missori, Velthuis, Odenthal, Iannoni, Pierini, Muharemivic. Allenatore: Fabio Grosso.
A.C. REGGIANA 1919 (4-3-2-1): Bardi; Fiamozzi (dal 46’ Urso), Meroni (dal 78’ Rozzio), Lucchesi, Libutti; Sersanti (dal 68’ Kabashi), Reinhart (dal 46’ Girma), Ignacchiti; Vergara, Portanova (dal 68’ Maggio); Gondo. A disposizione: Sposito, Sosa, Stulac, Cigarini, Pettinari, Kumi, Nahounou. Allenatore: William Viali.
Arbitro: Federico La Penna sez. di Roma 1 (Assistenti: Francesca Di Monte sez. di Chieti, Giacomo Monaco sez. di Termoli. IV Ufficiale: Francesco D’Eusanio sez. di Faenza. VAR: Antonio Giua sez. di Olbia. AVAR: Gianpiero Miele sez. di Nola).
Note – Ammoniti: Reinhart, Vergara, Ghion, Pieragnolo, Girma. Angoli: 1 – 2. Recupero: 1’ pt. – 0’ st.